La Corte dei Conti lancia l’allarme: la Campania è ultima in classifica per investimenti nella Cultura. La nostra Regione si rende ancora una volta protagonista di un paradosso tragicomico, essendo la seconda nella graduatoria nazionale per beni e siti archeologici e fanalino di coda alla voce “spesa in cultura”.
Dati che emergono dalla “Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni e Province autonome”, approvata ieri dalla Corte dei Conti. Si tratta di un documento che analizza e descrive lo stato economico degli enti locali e che disegna il quadro di un’Italia spaccata in due, dove la Campania potrebbe essere definita “patria delle contraddizioni”.
Al nostro vastissimo e variegato patrimonio storico culturale è contrapposta la misera spesa dei comuni campani: appena 2,7 euro a residente, la più bassa in Italia. Un dato che lascia sgomenti se viene paragonato alla media nazionale, 17,3 euro, e se si osserva il trend a partire dal 2010, dove in Campania venivano spesi 7 a residente.
Una costante e drastica riduzione nel tempo che preoccupa, e allo stesso tempo vanifica gli sforzi di diffusione e sensibilizzazione culturale messi in campo dalle istituzioni locali e regionali. Nonostante le stime e i numeri abbastanza deludenti, quest’anno la nostra Regione è stata presa d’assalto dai turisti, dimostrando appeal ma soprattutto confermando la propria “densità e rilevanza del patrimonio museale”.
Ora tocca ai campani rendersi conto dei tesori che la nostra regione custodisce: ai cittadini l’obbligo morale di approfondire e conoscere, alle istituzioni il compito di tutelare e valorizzare.
