Una lettera d’intenti dal comune di San Vitaliano per acquistare il terreno dove, poche settimane fa, è stato demolito il campo comunale
Un primo passo, da parte dell’amministrazione comunale di San Vitaliano, per far risorgere il campo sportivo cittadino demolito lo scorso 25 settembre perché abusivo. A farlo sapere è il sindaco Rosalia Masi, attraverso la pubblicazione di una lettera d’intenti indirizzata all’istituto diocesiano per il sostentamento del Clero di Nola.
Nella missiva si legge chiaramente la volontà dell’ente pubblico di voler acquistare il terreno, di proprietà dell’istituto diocesano, sito in via Palmola dove fino a pochi giorni fa sorgeva lo stadio comunale, luogo storico della città che aveva visto crescere intere generazioni di sportivi alimentate dalla grande tradizione calcistica che San Vitaliano ha vantato nel corso degli anni.
La questione della demolizione del campo, affonda le sue radici in una vicenda lunga circa 50 anni. Secondo la ricostruzione storica l’opera pubblica fu edificata dallo stesso Comune di San Vitaliano tra la fine degli anni 60 ed i primi degli anni 70, epoca in cui l’Ente Pubblico prese in affitto dal Parroco di San Vitaliano il fondo sul quale poi nacque il campo sportivo.
Oggi, dopo oltre mezzo secolo, il campo è stato gioco forza abbattuto dalla Diocesi, sotto ordinanza comunale che predisponeva la demolizione di tutti i siti abusivi.
Per l’istituto diocesiano, lo stesso comune all’epoca e nel corso degli anni non si era dotato dei necessari titoli urbanistici per realizzare l’opera e quindi l’abusivismo del campo esisterebbe fin dalla sua nascita.
Inoltre, precisa l’istituto, pur se di proprietà della diocesi, il terreno, calpestato da tantissimi atleti, è sempre stato gestito dalle associazioni sportive del territorio che hanno versato canoni a titolo simbolico nel corso dei decenni.
Per l’amministrazione comunale, piuttosto che arrivare alla sofferta demolizione di un bene collettivo – la cui questione ha visto passare tante amministrazioni senza risoluzione – la Diocesi avrebbe potuto richiedere un permesso di costruzione in sanatoria aprendo un interlocuzione risolutiva con l’ente pubblico.
Ora, dopo il confronto tra i due enti, il clima sembra essere risolutivo e dalla maggioranza guidata da Masi c’è l’apertura a discutere ogni condizione necessaria per risolvere l’atavica questione e restituire alla cittadinanza, attraverso l’acquisto del lotto, un luogo simbolo di aggregazione e passione.