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Sant’Antonio Abate, Sindaca: “Revoca licenza e cessazione delle attività entro dicembre 2024 per La Sonrisa”

“Il Grand Hotel La Sonrisa chiuderà definitivamente entro dicembre 2024” la comunicazione arriva dal Comune di Sant’Antonio Abate. “A seguito di un verbale, di un preciso atto di indirizzo della Giunta comunale agli uffici e dopo la recente interlocuzione con la prefettura di Napoli – spiega il primo cittadino Ilaria Abagnale – sono state avviate tutte le procedure in vista della completa acquisizione a patrimonio comunale del complesso immobiliare e dei terreni per oltre 40mila metri quadrati, già di proprietà del Comune in virtù di una sentenza passata in giudicato che sancisce la lottizzazione abusiva compiuta in quell’area, sentenza che ora l’Ente comunale sta eseguendo”. 

E’ solo l’ultimo atto di una vicenda giudiziaria che si protrae da anni. All’epoca gli inquirenti avevano contestato una serie di illeciti edilizi realizzati a partire dal 1979. A febbraio scorso la definitiva confisca di immobili e terreni su cui sorge la struttura ricettiva, destinati a essere acquisiti nel patrimonio immobiliare del Comune. 

Le operazioni seguono quelle già comunicate ad ottobre, quando erano state avviate le procedure per liberare i locali. Attualmente la famiglia Polese paga un canone al Comune come indennità di occupazione.

Gli avvisi alle società che gestiscono la struttura sono stati già inviati. Gli uffici comunali hanno accertato che “le aree lottizzate acquisite di diritto al patrimonio disponibile del Comune sono prive di conformità urbanistica, che è il presupposto per il rilascio ed il mantenimento delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività commerciale”. In pratica non è possibile mantenere le autorizzazioni all’esercizio commerciale. Inoltre, “l’attività, pur esercitata in virtù di rilascio di regolare autorizzazione comunale, necessita, per l’intera sua durata di svolgimento, della perdurante regolarità sotto il profilo urbanistico-edilizio dei locali, con la conseguenza che, essendo stata accertata la sussistenza di abusi edilizi, è venuto meno il presupposto per il legittimo esercizio dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande”.

Gli ex titolari e gli attuali occupanti hanno 15 giorni per presentare controdeduzioni; successivamente verrà stabilito un cronoprogramma, insieme a Prefettura e Procura Generale di Napoli, per arrivare in breve tempo alla completa acquisizione del complesso.

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