Violenza sulle donne: dopo l’omicidio di Anna Scala sale il numero delle denunce
Le donne legate dall’assurdo filo della violenza di genere riempiono il battage quotidiano della cronaca e incrementano quella già troppo numerosa lista di nomi la cui vita è finita nelle mani violente e ingannevoli di un uomo.
La morte di Anna Scala accoltellata a morte dal 54enne Salvatore Ferraiuolo e trovata senza vita nel bagagliaio di un’auto giovedì scorso ha nuovamente destato l’opinione pubblica, stordita ancora una volta dalla ferocia con cui la povera donna è stata uccisa nonostante le denunce, tre in 25 giorni, e le minacce a ritirarle da parte del suo carnefice.
di qui l’ennesima apertura del dibattito pubblico su quanto possa servire o meno denunciare con echi di polemica contrari e allo stesso tempo riscontri positivi.
Come Giusy, 39enne di Secondigliano vittima di stalking e minacce da parte dell’ex marito che dopo aver letto di Anna ha deciso di rendere pubblica la sua storia per paura di fare la stessa fine e lasciare così in balia di un destino assurdo i suoi due figli.
Come Maria, minacciata di morte, costretta a dormire nel bagno, picchiata malgrado fosse incinta, trascinata per i capelli lungo un ballatoio, procurandole una frattura al polso, che sulla scia della storia di anna scala ha deciso di denunciare il suo aguzzino ai carabinieri di pozzuoli.
Nomi, veri e di fantasia, l’incastro di storie dall’unico comune denominatore, l’incontro con l’uomo sbagliato.
Qualcuno ha sentenziato che Anna Scala, come tante altre nonostante le denunce siano state abbandonate, dallo Stato, dalla legge che sicuramente non detta norme punitive adeguate nei confronti di chi usa violenza fisica o psicologica contro le donne.
Ma il lavoro delle forze dell’ordine tra carabinieri e polizia è continuo. i presidi a cui chiedere aiuto sono sparsi su tutto il territorio e l’appello a denunciare non è retorica, ma un gesto concreto a ribellarsi e non avere paura