Un Attent: dietro il conflitto fra Comune e Fondazione Festa dei Gigli
Toni accesi per un rapporto che stenta a decollare, e l'intero indotto della manifestazione ne soffre
Progettualità carente, mancanza di idee e proposte per un’efficace valorizzazione dell’intera manifestazione, futuro che appare, quindi, a dir poco drammatico. Sono questi gli elementi che hanno aperto alla crisi del rapporto fra Comune di Nola e Fondazione Festa dei Gigli.
Come approfondito in precedenza, il secondo anno di stop imposto dalle convergenze pandemiche poteva evolversi in ottimo viatico per effettuare lavori di ristrutturazione all’intera kermesse partendo dalle fondamenta; l’impossibilità di svolgere le celebrazioni folkloristiche si è risolto, invece, in un silenzio a tratti imbarazzante, ed una mancanza di pianificazione che lascerebbe quantomeno volgere lo sguardo al domani con ottimismo. San Paolino è stato onorato con i riti religiosi, ma per tutto quello che riguarda gli obelischi in legno la città è ferma al giugno 2019, all’ennesima pagina nera scritta nei tempi più recenti di una Festa secolare.
La discussione tra i vertici di queste due istituzioni assume toni accesi e avviene in pubblica piazza.
Le ragioni del conflitto
Nel dettaglio, il sindaco di Nola a metà giugno aveva inviato un carteggio ai principali esponenti della Fondazione: il dott. Argenziano, l’ing. Santella e l’avv. Fiumicino. Contenuto di tale lettera era il rammarico e la delusione, da parte del primo cittadino a nome dell’intera comunità nolana, per la mancata efficienza della Fondazione nel periodo di giugno, riconoscendo invece i meriti dell’Assessorato alla Cultura. Un accorato appello che invitava i destinatari a tagliare rami poco produttivi e dai costi non congrui alle casse comunali. A partire da settembre, inoltre, venivano richieste linee programmatiche finalizzate al giugno 2022, da monitorare attraverso report mensili.
Le parole della Fondazione Festa dei Gigli
Tempestiva la risposta del presidente della Fondazione Festa dei Gigli, con il dott. Argenziano che imputa ostile agonismo da parte della politica, a partire dalla componente in seno alla maggioranza del governo cittadino. Uno scollamento progressivo iniziato la scorsa primavera e divenuto conclamata frattura nell’anno corrente; la Fondazione lamentava gravi carenze per quelle risorse economiche grazie alle quali sarebbe stato possibile concretizzare le idee messe agli atti. Una lettera che esprimeva come l’ente preposto alle attività di organizzazione e valorizzazione fosse stata, di fatto, depauperata dei propri poteri con manovre politiche continuate nel tempo; lo stesso dott. Argenziano, prima dei saluti, rimetteva al sindaco la possibilità di sollevarlo dall’incarico che gli era stato affidato.
E nei giorni a seguire si è passato alle azioni, con il presidente della Fondazione Festa dei Gigli che il 30 giugno ha presentato le proprie dimissioni irrevocabili. Le motivazioni sono da ricondurre al clima di tensione culminato in spaccature che sembrano impossibili da rinsaldare.
La posizione dei consiglieri Santella e Fiumicino
In un clima di completa autonomia, dove sembra latitare il ricorso ad una cabina di regia centralizzata, anche i consiglieri della Fondazione ing. Santella e avv. Fiumicino hanno fatto ricorso alle parole scritte per chiarire la propria posizione. Le attività erano state proposte e formalizzate, ma la concretizzazione è stata resa impossibile da mancanze di varia natura, in primis economica. Gli stessi, in un comunicato che riporta la data del 1° luglio, auspicano che le parole della fascia tricolore di Nola portino ad un cambio di rotta, dimostrandosi disponibili a collaborare sicuri della bontà dell’apporto che potrebbe arrivare dalla Fondazione Festa dei Gigli.
Una querelle che mostra come le strade percorse dagli esponenti delle varie forze in gioco siano molteplici, e le idee tutt’altro che univoche; a segnali belligeranti sono arrivate risposte a tono e, in un secondo momento, aperture al dialogo finalizzate a dare continuità per evitare l’ennesimo azzeramento. Ripartire dai minimi termini, quando l’attuale corso non aveva prodotto evidenti passi avanti, suona come una doppia sconfitta per una città ed una manifestazione socio-culturale allo sbando, attanagliata da criticità sfaccettate e radicate in ogni rito che onora San Paolino.
Non è sicuramente l’ultima puntata di questa fiction, e per il momento non sembra palesarsi un auspicabile lieto fine.