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Torre Annunziata, estorsione da 3mila euro al Savoia calcio: cinque arresti

“Tremila euro per proseguire nell’attività sportiva” è questa l’imposizione fatta ai dirigenti del Savoia, squadra di calcio di Torre Annunziata, dalla camorra. I particolari sono emersi nel corso dell’inchiesta che ha portato oggi all’arresto di cinque persone “gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico Gionta”. Da quanto emerge dalle indagini, il direttore sportivo del Savoia Calcio sarebbe stato convocato a casa del reggente del clan Gionta, detenuto ai domiciliari, per imporgli il pizzo.

“Pagare per continuare a giocare” questa la richiesta del Clan. Due indagati sono accusati di estorsione ai danni della squadra di calcio, altri tre rispondono di usura. In carcere sono finiti Felice Savino, 65 anni; Ciro Scognamiglio, 44 anni; Salvatore Ferraro, 60 anni; Filomena Bove, 58 anni, e Giuseppe Ferraro, 33 anni. Sarebbe stato Savino, elemento di spicco del clan, a ricevere a casa sua nell’agosto 2022 l’allora direttore sportivo Carmine Palumbo, accompagnato da Scognamiglio. Due mesi dopo, Il da si dimise dall’incarico. Savino, detenuto ai domiciliari, avrebbe offerto “la sua protezione e il suo appoggio… per qualsiasi cosa” al Savoia calcio emerge dall’inchiesta.

Tra le accuse mosse agli altri indagati, c’è anche quella di aver imposto l’usura a un imprenditore ittico in difficoltà economica: a fronte di un prestito di poco superiore ai 20mila euro era arrivato a dover restituire quasi 45mila euro con un tasso d’interesse del 162%. E per costringerlo a pagare la vittima sarebbe stata fortemente minacciata dai tre indagati. Tutto ciò sarebbe avvenuto pochi mesi prima che lo storico club calcistico di Torre Annunziata passasse alla Casa Reale Holding di cui è presidente onorario il principe Emanuele Filiberto di Savoia.

“L’attuale società – precisa il Savoia 1908 FC in un comunicato stampa – non ha mai ricevuto alcuna richiesta estorsiva”. “Noi non consentiremo – si legge nella nota – a nessuno di potersi avvicinare alla nostra società e che possano ripetersi episodi del genere che, qualora venissero accertati perché ancora in fase di indagini da come leggiamo, sarebbero gravissimi. La nostra società sta lavorando da dicembre 2022 per ridare la giusta immagine al Savoia e fare in modo che si elimini questo accostamento alla camorra che, purtroppo, ha devastato questa città. Noi continueremo nel nostro lavoro per portare avanti il progetto di un calcio pulito, togliendo i ragazzi dalla strada con la nostra Academy che già conta oltre 250 ragazzi e fare in modo che certe cose non accadano più”.

Emanuele Filiberto di Savoia, al Corriere del Mezzogiorno ha dichiarato che “Questa storia evidenzia più che mai il ruolo avuto nel salvare il club e il nome di Torre Annunziata”. L’erede di Casa Savoia precisa: “Ci hanno chiamato coraggiosi, ma non siamo eroi. Siamo solo pronti a fare qualcosa contro i clan”.

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