Stupro Caivano: sequestrati i cellulari del branco
Nella giornata della visita della premier Giorgia Meloni, arrivano anche gli aggiornamenti degli inquirenti sulle indagini condotte per fare luce sulle violenze subite dalle due cuginette di Caivano.
Sono dieci, otto i minorenni e due maggiorenni, coinvolti nelle indagini. Si scava nelle prove digitali, nei cellulari e tra le chat, messaggi su messaggi dove i magistrati contano di trovare prove e testimonianze delle vessazioni subìte dalle due ragazzine di 12 e 10 anni, che secondo le prime ricostruzioni, sarebbero partite da inizio anno.
Gli smartphone sono stati messi a disposizione della procura per i minori, che ha indicato Lorenzo Laurato come consulente speciale per l’analisi dei device, su disposizione del tribunale di Napoli Nord, che nella giornata di ieri aveva disposto la stessa misura per i due maggiorenni indagati, affidato al perito Carmine Testa.
Di più: l’ultima ipotesi degli inquirenti aprirebbe anche le porte ad uno scenario ancor più grave, quello della pedopornografia. Foto e video delle violenze potrebbero esser state vendute su Telegram ed app di messaggistica dagli aguzzini delle due cuginette.
Un quadro ancor più degradante e che sarebbe avvalorato da uno scambio di messaggi tra gli indagati, dove uno dei presunti componenti del branco avrebbe avvisato gli altri di smettere di far girare sulle chat quelle che potevano diventare prove, vista l’esplosione del caso ed il suo risalto mediatico.
Notizie che vengono centellinate e filtrate, indagini che proseguono nel riserbo massimo, vista la delicatezza della questione, cercando di tutelare le due ragazze che continuano ad essere ospitate in una struttura protetta.