Speciale Aldo Masullo: il ricordo del filosofo nel suo anniversario di nascita
“La filosofia mi ha insegnato che nessuno di noi si salverà da solo.”
Amava ripeterlo, senza fatica, consapevole più che convinto, che la filosofia è un modo d’essere, di stare al mondo, di praticare la vita. Oggi, 12 aprile 2025, Aldo Masullo avrebbe compiuto 102 anni. Era nato ad Avellino il 12 aprile del 1923, ma da sempre legato a Nola, dove è cresciuto frequentando il liceo Classico Giosuè Carducci. Nola, ricorda bene il professore Luigi Pasciari, era casa sua.
Partito da Nola, arrivato poi a Napoli, fu docente di Filosofia teoretica dal 1955, professore ordinario dal 1967, insegnando fino agli inzi del 2000. Nella sua vita era stato candidato indipendente nelle liste del PCI, dal 1972 al 1976 è stato Deputato al Parlamento e, dal 1976 al 1979, Senatore della Repubblica e Parlamentare europeo. Era stato inoltre insignito della medaglia d’oro del Ministero per la Pubblica Istruzione. L’intensa attività di studioso e di docente non gli aveva impedito di essere presente nel dibattito politico e nell’azione civile, con frequenti interventi polemici sulla stampa nazionale e con l’esercizio dell’opposizione critica nelle istituzioni elettive. Fin dagli inizi sia della sua speculazione, sia del suo impegno politico, Nino Daniele, politico e suo allievo, ne ricorda lo spirito pacifista mai isolato ma sempre volto alla costruzione di una società migliore.
Godeva di una stima enorme, soprattutto con le giovani generazioni con le quali, anche negli ultimi anni di vita, è sempre riuscito a dialogare attraverso un linguaggio capace di rendere accessibile gli aspetti più complessi dell’esistenza. Aveva trattenuto con sé una timidezza genuina e un po’ schiva, lontana dalla saccenza dei cattedratici ma conscia di chi intendeva il valore della cultura come possibilità di salvezza. Fin da studente si era distinto, nella sua speculazione, interessandosi di fenomenologia, una sezione filosofica che negli anni dello storicismo di Croce era ancora del tutto sperimentale. Fu per questo un grande innovatore, pur non riuscendo, in quegli anni, ad avere l’immediato riconoscimento della critica filosofica. Questo aspetto lo ricorda Anna Donise che oggi, siede sulla stessa cattedra era stata di Masullo.
E’ la stessa Anna Donise a raccontare che il comune di Napoli, attraverso l’interesse provenuto al sindaco Manfredi, ha deciso di finanziare la ripubblicazione di tutte le opere di Aldo Masullo, un’operazione straordinaria soprattutto per molte opere che oggi sono introvabili e che costituiscono un patrimonio inestimabile nel campo degli studi umanistici italiani. Un primo passo per portare la speculazione masulliana all’alto rango che gli compete e che dovrà servire a far ulteriormente conoscere la figura del filosofo nel panorama nazionale. E sì perché se il Novecento ricorda tra gli italiani Severino, Eco, Vattimo, Sini, Cacciari, Croce, Gentile, Masini e tanti altri, è giusto che ci sia anche Masullo, tra i primi a parlare di una filosofia delle emozioni, a curvare la fenomenologia tedesca aprendola al mondo della vita che mai si dà a noi nella sua purezza ma che sempre si presenta nella sua opacità, nel suo essere mischiata con le relazioni, con gli affetti; in un solo concetto: l’intersoggettività. Tanti potrebbero essere gli spunti di riflessione su una cultura ampissima e inclusiva basata, come Socrate insegnava, sul dialogo sempre costruttivo, sempre capace di riuscire in quello sforzo teoretico di trattenere ogni sfumatura, ogni piccolo elemento necessario. Negli ultimi anni, oltre al tema della filosofia del patico, Masullo aveva dato una grande importanza al ruolo della tecnologia nel vita degli uomini. Già nel 2003, descriveva il pericolo dell’uomo contemporaneo, così immerso in un mondo rapido e iper connesso da correre il rischio di annullarsi senza nemmeno rendersene conto.
“L’incapacità di percepire le differenze – scriveva – affligge oggi tutte le generazioni, ma è particolarmente insidiosa per i giovani cresciuti sotto il segno del “nulla è impossibile”: posso andare in America in poche ore, ballare tutta la notte, riempirmi gli occhi di centinaia di immagini in pochi minuti, posso, posso, posso… una bulimia della quantità nella quale la qualità, cioè il significato, si dissolve. In termini temporali, dominante è la velocità.”
Chi filosoficamente si è formato al suo magistero e oggi prosegue in quel cammino di vita, di luce nel buio del pensiero dominante è sicuramente Giuseppe Ferraro, il filosofo dell’amore, già docente di filosofia morale all’università Federico II di Napoli che da quell’eredità è partito per poi sviluppare il proprio pensiero.
Tanti i giovani studiosi che continuano ad interessarsi al pensiero di Masullo a riscontrare nel suo lascio una linfa essenziale per mettere ordine in questo tempo storico nel quale la filosofia masulliana può essere fondamentale per riprendere il concetto di comunità.
E’ segnata allora la linea da seguire, il viaggio continua, la ricerca si anima. La voce, lo strumento di comunicazione più antico prosegue il suo viaggio, la sua voglia di comprendere l’insensatezza sensata della vita. Aldo Masullo è ancora con noi, nelle sue parole, a ricordarci oltre ogni altra cosa che nessuno di noi si salverà da solo.