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Somma Vesuviana: gli operai della Dema chiedono la verità. Scudieri faccia chiarezza

Adler assicura che non saranno chiusi gli stabilimenti Dema in Campania. E’ un colpo di scena quello del patron Paolo scudieri che in un’intervista dell’ultima ora capovolge quanto affermato, pochi giorni fa, a Roma al Mimit. Scudieri ha ribaltato le chiusure di Somma Vesuviana e Paolisi presentate al tavolo ministeriale. lo ha fatto in un’intervista avverte però che ci sarà un ridimensionamento del personale  e che riguarderà principalmente la sede di Somma Vesuviana. 

Le motivazioni sono legate all’obiettivo di ridurre il costo del fitto dei capannoni in uno stabilimento che ad oggi, a causa di una cattiva gestione, registra perdite pesanti. Scudieri ha poi parlato di ammortizzatori sociali per tamponare questo momento di crisi dicendosi fiducioso per il futuro. 

Una smentita sostanziale dopo la presentazione del piano da 12 milioni avvenuta a Roma che prevedeva l’accorpamento delle sedi campane con quelle di Adler e i trasferimenti della maggior parte dei lavoratori. In particolare, stando al piano, proprio nella sede vesuviana dovrebbero restare aperti solo il settore di laminazione e galvanica che prevederebbero la conservazione di appena 58 unità a fronte delle 260 attuali.

Puntuale è arrivata la replica dei sindacati. La Fiom di Napoli parla di un evidente pressione mediatica che starebbe subendo Scudieri nelle ultime ore ma non si sbilancia attendendo il tavolo ministeriale del 17 febbraio sempre al mimit.
Dai lavoratori Dema dello stabilimento vesuviano invece arriva una lettera appello:

“I lavoratori di Dema sanno esattamente chi lavora da mesi nel loro interesse e chi è impegnato giorno e notte a cercare di salvare Adler senza che Adler ammetta che ha una crisi industriale e finanziaria enorme.” Occorre fare chiarezza, chiedono a gran voce.

“Parliamo di 200 persone, 200 famiglie che prima che il “sud salvasse il sud” erano in un’azienda in crisi ma con tutte le risorse economiche per andare avanti in piena efficienza e con la cassa a rotazione che avrebbe garantito il lavoro fino al 2027”.

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