Sciopero Fiom: brusca interruzione della produzione Stellantis a Pomigliano D’Arco
Si parla di un blocco della produzione di oltre il 70% per le otto ore di sciopero indette nello stabilimento Stellantis di Pomigliano D’Arco. I numeri provengono dai lavoratori e dalle lavoratrici appartenenti alla Fiom-Cgil che si è fatta promotrice della protesta. Stop su tutti i turni di lavoro con presidi ai cancelli, blocco aiuto, e sospensione della fabbrica impegnata in questo periodo nella lavorazione della nuova Panda. Al centro della protesta, la mancata apertura di un confronto sulla parte economica del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro (CCSL), sottoscritto nel 2010 da tutte le sigle sindacali ad eccezione della Fiom, che continua a giudicarlo penalizzante sia sul piano normativo che salariale. Dalla voce di Mario Di Costanzo la replica a chi accusa il sindacato di battaglia ideologica.
Di contro risposta però Stellantis fa sapere che l’adesione allo sciopero è pari al 14% e controbatte informando che la produzione della Panda è proseguita regolarmente. Un altro dato proviene dagli altri delegati sindacali firmatari CCSL che non parlano di una sospensione totale della produzione ma di un’adesione allo sciopero dei lavoratori Fiom solo al 50%. La battaglia Fiom parte da lontano, quando nel 2010, La sigla dei metalmeccanici Cgil, va ricordato, era l’unica a non aver aderito all’accordo proposto dal Lingotto. Passaggio imprescindibile — secondo il management allora guidato da Sergio Marchionne — per attuare il piano di rilancio della fabbrica partenopea. Di contro Fim, Uilm, Ugl e Fismic avevano accettato un modello di produzione sicuramente più flessibile, a fronte di un maxi investimento — circa 700 milioni — che metteva Pomigliano al centro della catena di montaggio della Panda.
Ad oggi, il sindacato chiede a gran voce l’adeguamento della parte economica del contratto, soprattutto in base al caro vita e all’inflazione di questo periodo storico.
