Scenari: “Venere in pelliccia” un capolavoro senza tempo a Casamarciano
La terza serata del Festival Nazionale del Teatro a Casamarciano vede Il ritorno di “Venere in pelliccia” per la produzione dei Baroni Rampanti, regia di Emanuela Bonetti e con Manila Barbati e Martino Palmisano. L’opera di Sacher-Masoch, un testo che ha segnato la storia della letteratura erotica e che torna alla ribalta con le lenti della contemporaneità. I Baroni Rampanti, con la loro interpretazione, hanno saputo cogliere la complessità del romanzo, offrendo al pubblico uno spettacolo che non si è limitato a una mera trasposizione del testo, ma lo ha reinventato declinandolo alla realtà.
La storia dell’aristocratico Severin perdutamente innamorato e succube della giovane e bella vedova Wanda von Dunajew, da arrivare a sottoscrivere un formale contratto con il quale si impegna a diventare suo schiavo, con il nome di Gregor. “ rivela, con spietata lucidità alcune dinamiche profonde e paradossali della relazione di coppia, interpretate dagli attori con intensità e con raffinata ironia.
Il romanzo all’epoca non mancò di suscitare scalpore, lasciando segno profondo nella cultura e nell’arte, dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni, alla pari dei contemporanei Madame Bovary e Anna Karenina.
Varie sono le trasposizioni cinematografiche (la più recente, del 2013, è di Roman Polanski) e teatrali. La più rilevante è dello statunitense David Ives, rappresentata a New York nel 2010, punto di riferimento di messinscene anche in Italia, mentre quella qui proposta è un’elaborazione originale di Martino Palmisano.
Le tematiche affrontate da Sacher-Masoch – il desiderio, il potere, la sottomissione, la ricerca del piacere – sono ancora oggi al centro dei nostri dibattiti. Assistere a una rappresentazione di “Venere in pelliccia” è un’esperienza che va oltre il semplice intrattenimento. È un invito a riflettere sulla nostra società, sulle nostre relazioni e su noi stessi. È un’occasione per confrontarsi con temi universali, come l’amore, il sesso e la morte, e per scoprire nuove sfaccettature della nostra umanità.