Cronaca

Sant’Antimo: l’ultimo saluto a Giulia Tramontano e al suo bambino Thiago

Nonostante la richiesta di funerali in forma privata, nessuno a Sant’Antimo se l’è sentita di lasciare sola in un momento, così difficile, la famiglia Tramontato. In un silenzio contrito e rispettoso la comunità ha atteso fuori dalla chiesa il feretro di Giulia e del suo bambino Thiago, per l’ultimo saluto. Ad officiare i funerali il vescovo della Diocesi di Aversa, Angelo Spinillo, che definisce Giulia una martire, una testimone della verità perché portava la vita dentro di sé. Un lungo applauso accoglie la bara quando esce dalla chiesa e il corteo fatto di volti bagnati dalle lacrime, accompagna mamma e figlio per le strade. Ci sono i fiori e i palloncini bianchi e ci sono gli striscioni a chiedere giustizia, a ribadire che  “L’amore regala e non priva, protegge e non uccide”. Non Come ha fatto il killer di Giulia. Ha deciso. Narciso ha innescato la miccia di un potente ordigno fatto di machismo e super ego. Un sussurro paranoide ha armato la mano.  Piu coltellate, 37 coltellate, come stabilito dall’autopsia, letali quelle alla gola che hanno reciso la carotide di Giulia. Le coltellate, unica via di scampo una volta caduta la maschera dell’inganno.  E chissenefrega se Giulia viene colpita alle spalle, muore e finisce in un sacchetto di cellophane. Chissenefrega se le coltellate arrivano a quel bimbo che volteggia nel pancione, perché tra poco sarà il suo momento. 

Chissenefrega è l’unica cosa che ha saputo pensare il killer Narciso, e via il corpo di mamma e figlio in un’intercapedine. 

Mentre il corteo sfila silenzioso, un disegno tra i tanti, rappresenta Giulia e Thiago con le ali mentre la madre dice al figlio “Chiudiamo gli occhi, li aprirai in un posto migliore, promesso”. 

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