Sant’Antimo, usura: in manette 8 persone, tassi che arrivavano anche al 50%
Le vittime stanche delle continue richieste di soldi a tassi sempre più alti hanno denunciato i propri aguzzini e così le indagini partite nel 2020, hanno portato questa mattina al blitz che ha portato all’arresto di 8 persone.
Ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord a seguito dell’attività investigativa condotta insieme ai Carabinieri di Sant’Antimo e Giugliano. Cinque le persone in carcere, 3 ai domiciliari. Sono tutte gravemente indiziate, a vario titolo, di concorso in usura, estorsione e tentata estorsione, lesioni personali, indebito utilizzo di strumenti di pagamento e abusiva attività finanziaria.
Le vittime costrette con violenza e la minaccia delle armi a cedere ad un sistema usurario in grado di generare interessi mensili fino al 50%. Cifre altissime, difficilmente saldabili, ma nessun ritardo nei pagamenti veniva ammesso dal clan, che oltre alle intimidazioni generava un ulteriore aggravio di spesa, definito dagli indagati come “scomodo”, proprio per far capire che chi non pagava alle condizioni imposte, avrebbe rischiato davvero grosso.
Una delle vittime sarebbe stata costretta anche a consegnare la carta dove veniva versato il reddito di cittadinanza mensilmente. La somma bonificata dallo stato sarebbe poi stata prelevata o utilizzata da alcuni degli indagati per spese personali.