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San Vitaliano comune commissariato: cala il sipario su un sistema opaco

Da mesi si sussurrava, si segnalava, si spiava. Da ieri, invece, si agisce. Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha sospeso ufficialmente il consiglio comunale di San Vitaliano, dopo le dimissioni contestuali di sette consiglieri su dodici. Un atto che spazza via ogni dubbio sulla gravità della situazione politica in città. Alla guida dell’Ente arriva ora la dottoressa Carolina Iovino, viceprefetto, nominata commissario prefettizio per la gestione provvisoria dell’amministrazione. Nel frattempo è stata avviata la procedura di scioglimento dell’organo consiliare.

Una misura drastica, immediata, resa possibile proprio dalla normativa vigente: quando la metà più uno dei consiglieri si dimette, lo scioglimento del consiglio non è più una possibilità, ma un obbligo. Fine della corsa. Il prefetto non attende, agisce. E lo fa con tempismo chirurgico.

Ma la vera storia,  quella che ha scavato sotto la superficie, inizia mesi fa. Da settembre 2023, secondo le indiscrezioni raccolte e probabilmente al vaglio della magistratura, l’amministrazione comunale di San Vitaliano sarebbe stata oggetto di attenzioni investigative da parte dei Carabinieri. Non per un dettaglio, ma per un sospetto strutturale. Voci raccolte in silenzio avrebbero delineato il profilo di un’amministrazione immersa in un sistema opaco: appalti pubblici pilotati, condizionamenti nell’edilizia comunale, assunzioni sospette nelle aziende di igiene urbana, e l’ombra sempre più fitta sul caso del campo sportivo abbattuto.

Il tutto sarebbe stato orchestrato, secondo le indiscrezioni, dalla sindaca Rosalia Anna Masi, con la complicità del suo vice Vitaliano Sasso e del marito, Vitaliano Vellusi, figura storica degli uffici comunali già ai tempi dell’amministrazione paterna. 

I segnali c’erano tutti. Le dimissioni improvvise dell’ex dirigente dell’urbanistica, Francesco Giaccio. Quelle del suo successore, appena tre mesi dopo. Lo strappo della consigliera Loredana Ciraulo, che ha abbandonato la maggioranza tra accuse di isolamento e tentativi di delegittimazione. Un’amministrazione eletta con ampio consenso nel 2023 ma logorata da subito da scontri interni e da una guerra silenziosa per il controllo.

E poi il silenzio. Nessuna comunicazione ufficiale, nessun atto sull’albo pretorio. Solo voci, fuggite tra i corridoi e finite sui social, confermate a mezza bocca dai protagonisti dell’opposizione. A coprire tutto, il gelo istituzionale. 

Oggi però non ci sono più interpretazioni: il Comune è commissariato. L’organo politico non esiste più. Non ci sono più i numeri, né la credibilità. Resta solo la macchina amministrativa, affidata a un funzionario dello Stato. 

Perché in questa storia ciò che fa più rumore non sono le accuse, né le dimissioni, né i fascicoli ipotetici. Ma il fatto che nessuno, fino all’ultimo istante, abbia parlato. Nemmeno per spiegare. Nemmeno per smentire

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