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San Giorgio a Cremano: i dettagli del rapimento del giovane ragazzo figlio di un noto imprenditore

Un ragazzo di quindici anni rapito a due passi da casa, un riscatto da un milione e mezzo, il terrore di non rivederlo più. Un copione che sembrava appartenere ad anni lontani — e invece no. È tornato. In silenzio, senza avvisare, come fa la paura quando conosce il tuo indirizzo.

Martedì mattina, nel cuore di San Giorgio a Cremano, mentre la città si svegliava tra scuole, bar e quotidianità, uomini incappucciati hanno caricato su un furgone un adolescente diretto a scuola. Una scena da film criminale anni ’70, che invece si è consumata in pieno centro, tra passanti, testimoni, cittadini increduli.

«Sento ancora le urla del ragazzo» ha raccontato, il barista che ha assistito alla scena

Il furgone bianco, il volto coperto, il sequestro lampo, il messaggio alla famiglia con la richiesta di riscatto: tutto ricorda gli anni neri dell’Anonima Sequestri, quando tra Sardegna e Calabria imprenditori, figli di medici, piccoli e grandi nomi venivano presi, nascosti, trattati come merce. Ma c’è una differenza: stavolta il riscatto non è arrivato per lettera, ma via chat.

Un milione e mezzo, scrivevano i sequestratori. Nessuna telefonata, solo messaggi digitali, come se la vita di un figlio potesse scivolare nei meandri del web senza lasciare impronte.

Il ragazzo rapito è figlio di un imprenditore molto noto nel settore dell’intrattenimento tra Napoli e provincia. Non un personaggio da cronaca nera, ma uno che “conta”, uno che genera movimento, flussi, interessi.

È stato lui a ricevere il messaggio dei sequestratori. Ed è stato lui, con sangue freddo, a non trattare. Ha allertato subito la polizia, affidandosi agli investigatori della Squadra Mobile di Napoli e alla Direzione Distrettuale Antimafia. «Gli attimi più duri sono stati quelli in cui pensavo di non rivedere più mio figlio», ha detto, con la voce ancora spezzata.

In poche ore, una task force invisibile ha ricostruito i movimenti, tracciato i contatti, e individuato il luogo del sequestro: un’area rurale tra Qualiano e Licola. Il ragazzo è stato trovato in un casolare: incappucciato, legato, ma illeso.

Il primo fermato ha 24 anni. Un volto che la famiglia conosce. Un ex dipendente del padre della vittima. Un legame che brucia. Era dentro le mura, conosceva le abitudini, gli orari, forse anche le debolezze. È stato lui a confessare. Ma gli inquirenti sanno che non era solo. Altri due complici sono ancora in fuga.

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