Cronaca

Roma – Furto Fiat 500 ”Enjoy”, tre arresti

In sei mesi avrebbero rubato circa 100 Fiat 500 Enjoy, causando un danno di oltre un milione e mezzo di euro. Per tre soggetti è scattata un’ordinanza cautelare in carcere, accusati a vario titolo, di concorso in furto aggravato e continuato, indebito utilizzo di carta di credito e simulazione di reato aggravata e continuata. Le indagini sono state coordinate dalla procura di Roma e condotte dai carabinieri del nucleo investigativo, ed hanno riguardato un gruppo di persone che avrebbero rubato e riciclato numerose macchine adibite al car-sharing. L’inchiesta è partita nel 2015 a seguito di una denuncia presentata dai legali di Eni, ed avrebbe permesso di ricostruire l’intera filiera dell’attività illecita. Secondo gli investigatori il gruppo iniziava dalla creazione di un account fittizio sul portale della società, utilizzando dati anagrafici, documenti di guida, utenze telefoniche e numero di carte di credito. In questo modo riuscivano ad entrare in possesso delle auto, nelle quali manomettevano il computer di bordo e il geo-localizzatore, rendendole invisibili alla sala operativa dell’azienda. Le auto venivano trasportate nel napoletano, smontate e avviate al mercato parallelo dei pezzi di ricambio. Secondo gli inquirenti gli spostamenti avvenivano in treno e raggiunta Roma, gli indagati riuscivano anche a tornare a Napoli con tre auto per ogni trasferta. D’accordo con gli investigatori, la società titolare del servizio, aveva anche installato un ulteriore sistema di localizzazione, grazie al quale, sarebbero stati raccolti elementi di prova e fermati alcuni complici. Ma gli indagati sarebbero riusciti ad individuare e manomettere anche il secondo dispositivo. La svolta alle indagini sarebbe giunta dopo una perquisizione domiciliare eseguita nei confronti di due indagati, che avrebbe permesso di scoprire carte di credito, schede telefoniche, carte di identità, patenti di guida, codici fiscali, tutte intestate a terze persone, con alcune di esse, che avrebbero prestato i propri dati personali per richiedere le carte di credito utili per la registrazione e per creare gli account fittizi, mentre altri due soggetti si occupavano del riciclaggio.

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