Regionali, scontro sulla data delle elezioni: i governatori chiedono che si voti nel 2026

Il governatore De Luca è chiaro, sposa la linea dei presidenti di regione che chiedono un rinvio delle elezioni al 2026. L’ex sindaco di Salerno che non ha la possibilità di ricandidarsi, dopo il no al terzo mandato della Corte Costituzionale e la bocciatura in Senato la settimana scorsa di una norma ad hoc per i governatori, non risparmia stoccate al governo e a quanti chiedono di votare a novembre.
A tenere banco è la data delle elezioni, si voterà in sei regioni, tutti i governatori uscenti chiedono al governo tempo per chiudere l’attività amministrativa. Secondo la normativa regionale la data delle elezioni dovrebbe essere fissata entro 60 giorni dalla scadenza della legislatura che si intende conclusa il quinto anno successivo alla proclamazione degli eletti.
In questo caso si andrebbe a finire alla fine di novembre ma comunque entro la fine del 2025. Sta di fatto che una data in questo momento non c’è. E questa circostanza crea grande incertezza. In via precauzionale hanno già lasciato la carica di primo cittadino il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno e quello di Ercolano Ciro Buonajuto, ambiscono ad una poltrona in consiglio regionale.
Alle dichiarazioni di De Luca replicano gli esponenti del centrodestra. Il coordinatore regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello tuona: “Marche e Toscana voteranno a settembre. Lì ci sono presidenti seri che fissano la data delle elezioni e non chiedono proroghe. De Luca è scappato con il calendario”. Bocciata dunque la possibilità di un intervento nazionale per stabilire la data delle regionali. Martusciello spera che non si voti il 23 novembre, data di lutto per la Campania, quarantacinquesimo anniversario del terremoto in Irpinia.