Reddito di Cittadinanza sospeso, proteste davanti alle sedi Inps di Napoli e provincia: tensione e frustrazione dei tanti esodati dalla misura
Il governo Meloni ha sospeso il reddito di cittadinanza: una decisione che era già stata annunciata ma le polemiche sono scattate anche per le modalità in cui i recettori sono stati avvisati. 169mila persone hanno ricevuto dall’Inps un sms di sospensione del sussidio da agosto in quanto nuclei nei quali non ci sono componenti disabili, minori, over 65 o persone in carico a servizi socio-sanitari, come prevede la nuova normativa che dichiara “occupabili” tutti gli altri poveri, escludendoli dall’Assegno di inclusione al via dal prossimo primo gennaio. Tuttavia, il cosiddetto assegno di Supporto alla formazione e al lavoro (350 euro al mese per un massimo di 12 mesi) potrebbe non essere erogato immediatamente ma saranno necessari attendere i tempi burocratici. Una situazione che mette ansia e spaventa chi non ha entrate per poter mantenere sé stesso e le proprie famiglie.
Secondo la Cgil “centinaia di migliaia di persone dai prossimi giorni si ritroveranno senza sostegni”. Così immediatamente dopo il messaggio ricevuto, in molti hanno preso d’assalto uffici comunali e gli uffici sociali sia per avere informazioni sia per far emergere tutta la propria frustrazione in molte città della Campania soprattutto, dove si concentra un numero alto degli esclusi dal reddito.
Infatti, tanti sono i recettori che hanno deciso di manifestare e protestare davanti alle sedi dell’Inps di Napoli e provincia. I destinatari del messaggio in Campania sono stati quasi 37 mila nuclei, oltre 21 mila nella provincia di Napoli. La Questura di Napoli ha attenzionato delle sedi Inps più “complesse da controllare” in questi giorni, come quelle di Scampia, Afragola, Giugliano, Torre del Greco. Potere al Popolo ha fatto sentire il proprio grido di protesta per dare voce ai tanti recettori con un presidio a Napoli, davanti alla sede dell’Inps di via De Gasperi. Sit in che sono stati annunciati anche nei prossimi giorni per mandare un messaggio chiaro di dissenso al Governo Meloni e tutelare così i tanti “poveri” che si sentiranno ora ancora di più abbandonati.