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Pompei: scoperto un importante complesso termale

Si facevano il bagno, in tranquillità e riservatezza, dentro un’ampia sala lussuosa che doveva prepararli al rito conviviale del simposio. Pompei non smette di regalarci bellezze, di portare alla luce pezzi di storia che ci raccontano bellezze, vizi, virtù degli uomini e ci fanno pensare che in fondo la storia degli uomini ha un lungo filo rosso. È di poche ore la scoperta di un grande complesso termale all’interno di una domus privata emersa nel cantiere di scavo in corso nell’insula 10 della Regio IX di Pompei.

La diretta connessione degli spazi termali alla grande sala conviviale (il cosiddetto salone nero, già emerso e reso noto qualche mese fa), lascia intuire quanto la casa romana si prestava ad essere un vero e proprio palcoscenico per le celebrazioni di sontuosi banchetti, che nella società di allora avevano una funzione non limitata a ciò che oggi definiremmo “privata” in senso stretto. Al contrario si trattava di occasioni preziose per il proprietario di per assicurarsi il consenso elettorale dei propri ospiti, per promuovere la candidatura di amici o parenti, o semplicemente per affermare il proprio status sociale che spesso vedeva anche concessioni a classi sociali più umili.

Il complesso termale, che includeva calidarium, tepidarium e frigidarium, è tra i più grandi e meglio conservati scoperti nelle domus pompeiane. Le dimensioni generose della sala fredda, con una grande vasca al centro, testimoniano la cura e l’attenzione riservata a questi spazi, progettati non solo per il relax, ma anche per creare un’atmosfera da ginnasio, in perfetta sintonia con l’immagine di erudizione e cultura che i proprietari volevano trasmettere. Una scoperta che ricorda le situazioni inscenate nel Satyricon, l’opera dello scrittore Petronio, nel quale il ricco liberto Trimalcione celebra la sua famosa cena ambientata in una città campana del I secolo d.C.

In effetti, ogni angolo di questa domus, presenta decorazioni che sembrano voler raccontare una storia di grandiosità, dove il padrone di casa non si limitava a offrire un banchetto, ma metteva in scena una vera e propria celebrazione della sua potenza e influenza.  

La scoperta è frutto di un accurato lavoro metodologico che come ha spiegato Anna Onesti, direttrice dei lavori dello scavo, si è servita di avanzate tecniche per esplorare l’area senza danneggia l’architettura, permettendo così alla struttura di restare intatta prima di procedere a un futuro restauro.

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