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Pompei – Gli Scavi ed i Pink Floyd, Assante e Castaldo raccontano “Dark Side of the Moon”

Un’unione immortale, senza età. Pompei ed i Pink Floyd, un incontro avvenuto 50 anni fa che ha segnato i percorsi di entrambi gli attori protagonisti di una storia lunga mezzo secolo. Gli scavi, consegnati per definizione all’eterno, con lava e lapilli che hanno fermato da quasi duemila anni lo scorrere del tempo. La band inglese, che in terra campana trovò probabilmente lo slancio decisivo per consegnarsi alla storia della musica mondiale.

Nell’ampio cartellone di eventi, voluto dalla Soprintendenza del Parco Archeologico, guidata dal direttore Gabriel Zuchtriegel, per celebrare le nozze d’oro tra le rovine e la band londinese, ieri sera nella cornice dell’Anfiteatro, lì dove i Floyd furono protagonisti insieme alle suggestioni degli scavi, Gino Castaldo ed Ernesto Assante, con le loro “Lezioni di Rock” hanno ripercorso le tappe principali della storia del gruppo, offrendo al pubblico l’ascolto in quadrofonia di “Dark Side of the Moon”, modalità in origine pensata dal gruppo per la riproduzione del disco.

Se si pensa ai Pink Floyd, il pensiero va a Pompei. Un binomio consegnato all’eterno, per una musica che conserva, immutati, i suoi messaggi. L’attualità di un disco, quello del “lato oscuro della luna”, prossimo anch’esso a celebrare i suoi primi 50 anni di vita, che conserva anche a distanza di decenni l’innovatività delle tecniche, ma soprattutto dei messaggi. Un qualcosa di tutt’altro che banale.

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