Cronaca

Pomigliano D’arco: covalida del fermo per i due aguzzini di Frederick, il giudice non ha creduto alla loro versione dei fatti. In tantissimi alla fiaccolata sileziosa in memoria del ghanese

Avrà pensato subito che volessero infastidirlo, Frederick. In fondo lo avevano già fatto altre volte. Loro robusti, alti, con la noncuranza tipica dell’inciviltà umana, a quel ragazzo di colore lo avevano già schernito, deriso, offeso, malmenato. Nella tragica notte dell’epilogo, però, la veemenza è diventata assassina tanto da non dare scampo ai due sedicenni, il cui fermo per omicidio volontario è stato convalidato questa mattina, facendo aprire per loro le porte del carcere minorile di Nisida. Dietro le sbarre ci finiscono per quella terribile sequenza di immagini, che contiene tutta l’eloquenza dell’orrore; Frederick che viene avvicinato dai suoi carnefici, gli chiedono di battere il “5” in segno di confidenza, per poi colpirlo alla testa così forte da farlo cadere a terra. Potrebbero finirla lì, ma qualcosa fa corto circuito nella mente già bacata dei due giovanissimi, che sfogano una virulenza fatta di calci e pugni nei confronti di un corpo inerme. Il giudice non ha creduto alla loro versione. hanno raccontato di avere avuto solo un diverbio con il ghanese, nulla di grave, qualche schiaffo chè ci sta pure se per te quel ghanese è pari a zero e lo consideri niente. Hanno raccontato di averlo lasciato vigile e in movimento. Ma un altro racconto, quello delle immagini, ha palesato ben altro, tanto da spingere il giudice a sostenere la pista delle aggravanti della crudeltà e dei futili motivi dopo la convalida del fermo. Frederick sopravvisuto alle barbarie dei lager in Libia, conosceva bene la crudeltà dell’essere umano, ma a Pomigliano D’Arco aveva trovato tanta altra gente che lo volesse bene, quella che lo conosceva e anche quella che non lo aveva mai visto. C’erano tutti alla fiaccolata silenziosa organizzata per lui in segno di preghiera e rabbia. Centinaia di persone per un abbraccio sentito, contro il razzismo e l’indifferenza che hanno ammazzato Federick.

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