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Pomigliano d’Arco: approvato il Rendiconto 2024: polemiche dell’opposizione sui regolamenti 

Il Consiglio Comunale di Pomigliano d’Arco ha affrontato nell’ultima sua seduta un ordine del giorno articolato che ha incluso l’approvazione del Rendiconto della gestione per l’anno 2024, variazioni al bilancio di previsione finanziario 2025/2027, aggiornamenti regolamentari e diverse interrogazioni presentate dai consiglieri.
Tra i punti principali approvati vi è stato il rendiconto finanziario dell’anno 2024, che ha evidenziato un avanzo di amministrazione di circa 2,2 milioni di euro e un risultato complessivo di 21 milioni. Il documento ha mostrato un aumento significativo delle entrate patrimoniali (+50%) e la tenuta delle principali imposte locali. In crescita anche le sanzioni comminate dalla polizia municipale. Le spese sono risultate in linea con gli obiettivi, e l’amministrazione ha proceduto a 80 nuove assunzioni, senza incidere sulla spesa pubblica. Migliorano anche i dati delle società partecipate, tra cui l’ASM Spa, che ha ridotto i debiti e chiuso il bilancio in utile. Attenzione è stata inoltre riservata a lavori pubblici, ambiente e sostegno al commercio locale.
Tra i capi all’ordine del giorno anche la riqualificazione e il riuso di beni in stato di abbandono, con possibilità di assegnazione a terzi e la Consulta per l’ambiente.
Proprio su questi ultimi due regolamenti si è concentrata la forte protesta dei gruppi di opposizione, che hanno denunciato l’impossibilità di discutere emendamenti regolarmente presentati nei tempi previsti. Secondo i consiglieri di minoranza, l’amministrazione, la maggioranza e la segretaria comunale avrebbero impedito il confronto in aula con dichiarazioni ritenute false sulla tempistica degli atti. Gli emendamenti proposti miravano a destinare i beni abbandonati a fini sociali, educativi e culturali, e a dotare la Consulta di strumenti concreti e impegni strutturali a tutela dell’ambiente. I consiglieri di Rinascita e Per  accusano dunque  la maggioranza di voler agevolare l’assegnazione dei beni a soggetti privati con modalità ritenute opache e di aver gravemente violato non solo i diritti dei consiglieri ma anche il principio di trasparenza verso i cittadini. Per evitare questo hanno annunciato iniziative in tutte le sedi per tutelare la legalità democratica.
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