Omicidi Giaccio e Manna, arrestate sei persone
La lista degli errori culminata in veri e propri orrori commessi dalla camorra è lunga. Incompetenza della bassa manovalanza, chiamata il più delle volte ad armarsi di pistole e sparare, colpendo qualche innocente finito per caso nel fuoco incrociato, oppure sbagliando addirittura persona da uccidere.
Giulio Giaccio fu tra le vittime di uno scambio di persona e per il suo omicidio questa mattina sono finite in carcere altre tre persone che fecero parte del commando ordinato dal clan Polverino.
I nomi degli arrestati e i dettagli dell’operazione che ha portato al loro arresto resi noti questa mattina nell’ambito di una conferenza stampa in Procura. Si tratta di Raffaele D’Alterio, Salvatore Simioli e Salvatore De Cristofaro, insieme a Roberto Perrone, Nappi e Cammarota, attualmente sotto processo, che sono in attesa della sentenza di primo grado.
Sequestrarono Giaccio, operaio di 26 anni, scambiato per un giovane dei Camaldoli che doveva pagare perché intratteneva una relazione con la sorella di un altro affiliato. Era una sera del luglio 2000, Giulio fu prelevato mentre era insieme ad un amico da un commando di uomini spacciatisi per finti poliziotti.
Lo caricarono a bordo di una Fiat bordeaux, continuando a chiedere se si chiamasse Salvatore. Così come emerso nel corso del processo e dalle testimonianze di uno degli uomini presenti quella sera, Giulio più volte protestò di non chiamarsi, disse di non chiamarsi Salvatore, di essere estraneo alla vicenda.
Ma le sue proteste diedero fastidio ad uno dei componenti della banda che all’improvviso abbassò la testa del giovane fra le ginocchia e gli esplose un colpo di pistola alla nuca. Il corpo di Giulio Giaccio fu sciolto poi nell’acido.
IN procura questa mattina i dettagli che hanno portato alla risoluzione anche dell’omicidio di Pasquale Manna, ucciso un anno fa nella periferia est di Napoli. In carcere i tre presunti killer.
Manna 58 anni, originario di Casalnuovo fu colpito colpito mentre era in auto nei pressi di un distributore di carburanti nel territorio di Volla, in via Ravioncello. Nonostante fosse ferito, tentò la fuga ma arrivato a Ponticelli morì per le ferite riportate. era ritenuto affiliato al gruppo Rea-Veneruso. Fu vittima di in un’imboscata nell’ambito della faida di camorra tra vecchi e nuovi clan di Ponticelli.