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Omicidi ad Afragola e Cardito, si lavora per capire se ci sono collegamenti tra i due episodi

Due uomini uccisi a distanza di un giorno. Due agguati eseguiti con lo stesso gelo, nella stessa area, con modalità spietate. Ad Afragola e Cardito, nell’arco di 24 ore, è tornata la morte in strada, quella che non chiede spiegazioni. Gli inquirenti stanno cercando di mettere insieme i vari tasselli non escludendo che i due omicidi potrebbero essere legati. Tasselli di un conflitto sotterraneo che ribolle nell’area nord di Napoli, dove la criminalità organizzata è in piena riorganizzazione.

Ad Afragola, ieri nel tardo pomeriggio il panico in pieno centro. La vittima è Pasquale Buono, 45 anni, titolare di un negozio di intimo, “L’Arcobaleno”, su corso Italia. Due uomini, anche in questo caso a bordo di uno scooter – un Honda SX – con il volto coperto da caschi integrali, sono entrati nel negozio poco dopo le 19. Hanno aperto il fuoco alle spalle dell’uomo, colpendolo a morte. Un’esecuzione rapida, chirurgica. Quando i soccorritori sono arrivati, per Buono non c’era più nulla da fare.

Ventiquattro ore prima a cadere sotto i colpi dei sicari è stato Antonio Vitale, 56 anni, pregiudicato conosciuto negli ambienti investigativi. Erano le 10 del mattino quando un commando armato, in sella a una moto di grossa cilindrata, ha affiancato l’auto su cui viaggiava, in via Tiziano Vecellio, nella frazione di Carditello. Almeno dieci colpi esplosi a distanza ravvicinata. Vitale è stato trasportato all’ospedale di Frattamaggiore, ma è morto poco dopo il ricovero.

Le analogie tra i due delitti sono evidenti. E non solo per la dinamica. Dietro c’è il sospetto di un nuovo fronte camorristico che si sta aprendo, una frattura interna alle alleanze criminali che da anni controllano il territorio. I clan storici, indeboliti da arresti e processi, sembrano aver perso il controllo di molti affari. Al loro posto, emergono gruppi più giovani, più instabili, spesso senza una struttura gerarchica definita, ma con un’unica regola: colpire prima degli altri.

Pasquale Buono risultava incensurato. Ma secondo fonti investigative, avrebbe avuto rapporti, forse indiretti, con soggetti legati al clan Moccia, una delle famiglie più radicate nella zona afragolese. Non è escluso che la sua uccisione sia un messaggio, un avvertimento, o una resa dei conti legata a vecchi equilibri che oggi si stanno sgretolando.

Afragola e Cardito tornano dunque al centro della cronaca nera, non per faide conclamate, ma per qualcosa di più pericoloso: una criminalità mutante, che agisce nell’ombra, ma spara alla luce del giorno. Due morti in due giorni: abbastanza per riaccendere l’allarme. Troppo poco, purtroppo, per fermare il meccanismo.

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