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Nola: week end di risse tra ragazzini movida abbandonata a se stessa

NOLA 

Gli sguardi restano attoniti, spaventati, nessuno pensa di intervenire. Chi interviene lo fa per fomentare la rissa, per “buttare mazzate” come si suol dire tra i giovanissimi. C’è il bailamme sterile che passa di pagina in pagina, di commento in commento, sulle piattaforme social. C’è la conta telefonica da parte di genitori disperati che scrollando per caso sul telefonino si ritrovano a mettere il dito sulle immagini di  una rissa, in un luogo familiare dove poche ore prima magari ci hanno accompagnato il figlio. Succede tutto questo nelle ore del week end dove sono le risse a tenere banco. A Nola sabato sera il putiferio, come testimoniano le immagini, parte da via Giordano Bruno. Domenica sera un’altra rissa esplose proprio nella piazza del filosofo. Parole di troppo, come spesso accade, e i minori fanno diventare la strada un ring da wrestling. Sono botte, nella zuffa altri ragazzini, le femminucce vestite da soiree gridano, hanno paura. Sono i video a girare tra i ragazzi a testimoniare quello che succede. Pochi video che bastano a dimostrare il delirio targato movida. Le luci blu dei lampeggianti accorsi dopo una segnalazione al 112, ma chi c’è racconta di una rissa maxi, che solo due volanti dei carabinieri difficilmente riescono a contenere. Ieri nola, L’altro ieri ancora Napoli, e poi la provincia. Il segno inequivocabile di un degrado che vivono i territori. Nel caso specifico del comune nolano, pochissimi agenti in strada. La sicurezza questa sconosciuta. Poche anche le volanti delle forze dell’ordine a presidiare zone troppo vaste. E il centro storico del comune nolano preso d’assalto. La libertà dei ragazzi di agire indisturbati avallando quella deriva generazionale di cui tanto di parla, spesso addebitata in maniera troppo semplicistica ai fenomeni emulativi proposti dai media. Certo non è facile avere a che fare con la generazione Z., iperconnessa, iperstimolata catapultata senza paracadute in un groviglio di informazioni difficili da gestire anche per i genitori, che come confermano i migliori studi di sociologia, nonostante gli sforzi riescono a malapena a controllare i figli. E allora fanno appello ai vertici delle istituzioni in calce ai commenti delle pagine social. Chiedono più pattuglie, più agenti in strada, hanno il terrore che la deriva, come accade spesso, degeneri culminando in tragedia. Perché non bisogna essere per forza davanti agli chalet del lungomare più bello del mondo per far succedere le tragedie, o tra i vicoli che puzzano di malavita. Il week end è divenuto un po’ ovunque il rendezvous della movida violenta, da fronteggiare con una mobilitazione seria, lontanissima da mani che scorrono lungo la tastiera.

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