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Nola – Università, tutto deciso: la nuova sede in via Madonna delle Grazie

Nessun ripensamento, avanti tutta. Nuova puntata della querelle sulla nuova sede della “Parthenope” a Nola. È arrivato nella giornata di ieri un documento, a firma del Rettore Alberto Carotenuto, dove si evince la volontà, ferrea, dell’Ateneo nel perseguire la realizzazione della nuova sede di via Madonna delle Grazie – via Stella.

Una lettera che replica all’iniziale missiva spedita dal primo cittadino bruniano, Gaetano Minieri, il 24 dicembre scorso, dove, su sollecitazione del “Movimento per Nola”, si chiedeva un ripensamento sulle scelte effettuate dall’Ateneo napoletano, prendendo in considerazione l’opportunità fornita dalle “casermette” della Caserma Cesare Battisti.

Un’opera di moral suasion del primo cittadino caduta nel vuoto. La “Parthenope” infatti ringrazia, ma rifiuta l’ipotesi proposta, sottolineando come le strutture delle casermette siano “ruderi di scarsa consistenza” sui quali giacciono tra l’altro vincoli architettonici a causa del valore storico delle casermette. Vere e proprie zavorre che, secondo l’Università, renderebbero difficoltosa e quasi impossibile la ristrutturazione delle strutture, con tempi di progettazione che si allungherebbero a dismisura.

Dunque, avanti tutta con la costruzione del nuovo plesso. Anzi, dalla “Parthenope” comincerebbe a trapelare una certa fretta per il rilascio delle dovute autorizzazioni.

Nel concludere la propria missiva, il rettore Carotenuto “ammonisce” il sindaco, chiedendo lumi sullo stato di avanzamento del dossier contenente il permesso di costruire, presentato dalla ditta aggiudicataria, la VIM S.r.l.. Le ragioni del “pressing” di Carotenuto risalirebbero nella necessità dell’Ateneo di spostarsi dalla sede “transitoria” dell’unico corso attualmente attivo, quello di Economia e Management , sito nell’auditorium del Rione Gescal ed allo stato operante in deroga riconosciuta dal Ministero dell’Università, grazie alla prospettiva della costruzione della nuova sede di via Madonna delle Grazie.

Per questo motivo, Carotenuto chiede lumi a Palazzo di Città, tracciando anche un orizzonte temporale a scadenza praticamente immediata. Infatti, il 13 febbraio dovrebbe essere rinnovato l’inserimento del suddetto corso nelle piattaforme ministeriali. 

Una sorta di aut-aut che però cozza con la linea finora seguita dall’Ateneo, che a più riprese ha mostrato di non voler entrare nel merito tecnico-burocratico del permesso di costruire, dato che, per sua stessa ammissione, cercava una struttura con la formula da concessionaria d’auto “chiavi in mano”, non dovendo e volendo preoccuparsi dunque di ostacoli di questa natura

Il messaggio dell’Università, a tal punto, sembrerebbe chiaro: senza certezze sui tempi, brevissimi, del rilascio del permesso a costruire a favore della VIM, la “Parthenope” potrebbe, questa volta si, rivedere le sue decisioni e salutare definitivamente. 

Una fase di lunga ponderazione per l’ufficio tecnico di Piazza Duomo, chiamato ora a pronunciarsi definitivamente. Stante la conformità del progetto, che già sarebbe stata certificata dai tecnici, a tener banco sarebbe la questione dei vincoli urbanistici, con l’amletico dubbio zona G – zona H ancora da dirimere e a questo punto vero e proprio punto nevralgico dell’intera questione.

Nel frattempo, viste le ultime evoluzioni dai tempi strettissimi, il “Movimento per Nola” avrebbe chiesto un nuovo incontro pubblico al sindaco Minieri, per cercare l’ultimo, disperato, tentativo di convincimento dell’Ateneo. Invito già raccolto dalla fascia tricolore, che avrebbe dato disponibilità per l’inizio della prossima settimana.

La questione è ormai agli sgoccioli, ma il dado sembrerebbe ormai tratto. I protagonisti, ambo le fazioni, attendono il rilascio del permesso di costruire: la “Parthenope” attende per brindare all’inizio dei lavori della sua nuova casa nolana; il “Movimento” per capire i margini di un possibile ricorso alla Giustizia Amministrativa. In mezzo resta Palazzo di Città, diviso a metà tra il dovere di riportare a Nola un attrattore culturale ed economico di indubbio valore, senza però dare il via all’ennesimo equivoco urbanistico sul territorio.

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