Nola – Si dimette il sindaco Minieri, aperta la crisi politica
Tanto tuonò che piovve. Le avvisaglie lasciavano presagire da tempo un rapido mutamento degli equilibri in seno al consiglio comunale, saette in lontananza esplose in tutto il loro fragore nel pomeriggio.
Una notizia prima sussurrata, poi smentita e che ha finito col trovar conferme solo attorno le 16.45, quando il sindaco di Nola, Gaetano Minieri, ha formalizzato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino bruniano nelle mani della segretaria comunale, Enza Fontana.
Una crisi che viene da lontano e che ha iniziato con l’affondar radici già nel mese di luglio, durante i primi vagiti dell’allora neonata giunta targata Minieri, quando il neoeletto primo cittadino chiese ed ottenne dalle liste che lo avevano sostenuto carta bianca per procedere autonomamente alle nomine, impegnandosi dal canto suo a ridiscutere la distribuzione degli assessorati entro il 31 marzo 2020.
Una data cerchiata in rosso, e che la crisi-Covid ha fatto solo slittare, perché le grandi manovre politiche nel dietro le quinte non si sono mai fermate.
Per ricostruire gli equilibri in seno alla maggioranza bisogna cominciare dal mese di Febbraio, quando il consigliere Salvatore Notaro, eletto nelle liste di “Uniti per Nola”, annunciò il suo approdo tra i consiglieri di “Più Nola”, denunciando una mancanza di allineamento con gli obiettivi fissati dalla sua ex lista civica.
Un mutamento di scenario cui ha fatto seguito la decisione di Francesco Pizzella, capogruppo della civica “Nola in movimento”, che ad aprile ha comunicato di aver aderito al progetto di “Nola Democratica”.
Spostamenti strategici per far valere una maggior forza e presenza sui tavoli politici che di li a poco si sarebbero aperti. La linea che sarebbe stata condivisa dai capogruppo infatti avrebbe previsto l’assegnazione di un assessorato per ogni due consiglieri presenti in maggioranza.
Ed il calcolo è presto fatto, con “Uniti per Nola” che, grazie ai suoi sei consiglieri, si sarebbe vista assegnare tre assessorati, mentre “Nola Democratica” e “Più Nola”, entrambe con quattro consiglieri ciascuna, avrebbero diviso equamente, con due assessorati a testa, la restante parte della Giunta.
La chiusura della Fase Uno dell’emergenza sanitaria ha dato così occasione alla maggioranza di riaprire le trattative interrottesi a causa dell’emergenza. Ma continui fraintendimenti e scontri tra le componenti di governo non hanno restituito alcun risultato, con la litigiosità dei protagonisti a prevalere sulla distribuzione dei vari assessorati, con il toto-nomine che si sarebbe inceppato su nomi e quote rosa.
Nel frattempo altro bastone tra le ruote sarebbe stato il mancato azzeramento della Giunta da parte del sindaco Minieri. Infatti, nonostante dalla fascia tricolore siano arrivate le più ampie garanzie nel lasciar questa volta campo libero alle forze di maggioranza, il primo cittadino non avrebbe mai provveduto alla tabula rasa. Un atto non formale bensì sostanziale, a detta dei capigruppo, per consentire loro di formalizzare e poi ratificare le proprie nomine.
Il resto è cronaca recente. Lo sconforto di Minieri, affidato ad un video pubblicato sui suoi profili Facebook, finisce con lo sfociare nella drastica scelta delle dimissioni, non prima di aver elencato le varie progettualità intraprese nei suoi 11 mesi di mandato.
Ora l’impresa più difficile. L’articolo 53 del TUEL lascia a Minieri la possibilità di ritornare sui suoi passi entro venti giorni, cercando di recuperare e ricucire lo strappo in seno alla sua maggioranza.
Dimissioni che dunque potrebbero essere lette come tentativo estremo di ricompattamento. In caso contrario, la fine dell’amministrazione Minieri consegnerà, ad un solo anno di distanza, nuovamente la città alle urne.