Nola – Relazione Quirino: “Forzata” la dichiarazione di dissesto finanziario comunale
Il servizio di Gianni Amodeo
“L’Ente non si trovava neanche in una situazione strutturalmente deficitaria, cioè in una situazione prossima al dissesto, almeno in base al nuovo set di indicatori segnaletici di cui all’art.242 comma 1 e 2 del Testo unico degli Enti locali”.
E’ il giudizio, con cui il professore Nicola Quirino, docente di Contabilità e Finanza pubblica alla Luiss e all’Accademia della Guardia di Finanza di Roma, conclude la relazione, che fa da supporto di consulenza tecnica e d’integrazione al ricorso presentato al Tar di Napoli per chiedere l’annullamento della dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Nola, previa il provvedimento di sospensione di efficacia dei deliberati consiliari e di tutti gli atti preordinati alla dichiarazione di default, deliberata ad agosto dal civico consesso, eletto con il voto di ballottaggio dell’11 giugno; ricorso, sottoscritto da quattordici, tra otto consiglieri in carica e sei ex amministratori e dirigenti,incluso l’ex- sindaco Geremia Biancardi, i cui interessi sono tutelati dagli avvocati Andrea Abbamonte e Olimpia Napolitano. E va rilevato che i portatori d’interessi, aziende, Enti e cittadini, possono costituirsi ad adiuvandum rispetto all’istanza proposta dai ricorrenti.
Tra gli elementi della relazione – di lettura complessa per i riferimenti tecnici e i dettagli numerici – Quirino focalizza il dato del disavanzo d’amministrazione del 2017, pari a 33 milioni e 219 mila euro circa; dato che fa da input all’intera vicenda e rispetto al quale, il commissario straordinario, il prefetto Anna Manganelli, attiva con delibera del 26 novembre del 2018 la procedura di riequilibrio di durata ventennale ed approvata con la specifica delibera dallo stesso commissario il 22 febbraio dell’anno in corso; e fa da premessa positiva all’adesione al piano di riequilibrio- scrive Quirino- il non aver eseguito nessuna ri-negoziazione del debito. Un percorso, quello tracciato dal prefetto Manganelli, che avrebbe consentito di ripianare integralmente il disavanzo del 2017 nel giro di 20 anni con quota annua di mille e 661 euro circa da iscrivere nel bilancio preventivo tra le spese correnti. Una soluzione- sottolinea Quirino – del tutto sostenibile, senza recare alcuna sfasatura nella continuità amministrativa. E su questa traccia la relazione evidenzia sia la possibilità di accesso del Comune al piano di rotazione per 300 euro pro capite dei cittadini residenti pari a poco più di 10 milioni, sia la possibilità di finanziare il pagamento dei debiti fuori bilancio mediante piano di rateizzazione con i creditori per la durata massima di 20 anni.
La relazione vari passaggi, con cui nel secondo semestre del 2018 si registra un progressivo e generale miglioramento dello stato di salute dei conti, grazie al blocco delle assunzioni, oltre che all’innalzamento delle aliquote Imu,Icp e Cosap; miglioramento dei conti, di cui è indicativa la riduzione del 18, 3 % del disavanzo di amministrazione, attestato sul valore di poco superiore ai 27 milioni di euro, mentre nel 2017 aveva superato i 33 milioni di euro.
Altro elemento, su cui si sofferma relazione – Quirino è quello del prospetto dei contenziosi, stimati pari ad oltre 36 milioni; una portata consistente e certamente tra i fattori determinanti a far deliberare la dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente di piazza Duomo, con l’approvazione della maggioranza consiliare. Si tratta di una stima “gonfiata a dismisura”, scrive Quirino nella relazione, citando tre casi-campione sottoposti alla cartina di tornasole della sua analisi. Una stima, specifica testualmente per “esagerata e ingiustificata sopravvalutazione di passività potenziali e dei rischi ricadenti sulla gestione, ma anche viziata nei presupposti per via- scrive ancora- dell’errata quantificazione del saldo di parte corrente del post-assestamento”.
La tesi e l’analisi espresse dalla relazione – Quirino nella radicalità di sostegno alle parti ricorrenti, rilanciano- oggettivamente- le valenze della procedura di risanamento deliberata dal commissario straordinario, il prefetto Manganelli, tramite il piano di riequilibrio ventennale. Un caso su cui la magistratura amministrativa è chiamata a fare luce.