Nola – Regolamenti e regole, per molti ma non per tutti
Regolamenti. Nel diritto il termine viene usato per designare atti normativi emanati da organi dello stato, enti pubblici, organizzazioni internazionali e anche enti privati per disciplinare determinate materie o il proprio funzionamento. Regole scritte uguali per tutti, nel rispetto dell’uguaglianza e di uno stato di diritto.
Un criterio universalmente riconosciuto, che viene adottato e applicato in tutte le pubbliche amministrazioni per il corretto funzionamento di uffici e dirigenti.
Nella giornata di ieri il consiglio comunale di Nola ha approvato lo schema di convenzione in base all’articolo 28 comma 2 del dpr 380 del 2001 e regolamento per il rilascio di permessi di costruire convenzionati in zona H del Piano Regolatore Generale, su proposta della giunta municipale del 7 dicembre 2016. Ancora norme per disciplinare le attività dell’ufficio tecnico, sempre più settore nevralgico di ogni amministrazione pubblica. Ma le regole scritte impongono uguaglianza di trattamento delle istanze provenienti dai singoli cittadini? Un punto di domanda che aprirebbe a delle riflessioni, a valutare delle azioni che sembrerebbero applicate per gli uni interpretate per gli altri. Per esempio il caso della realizzazione di alcuni vani-balconi, che non contrastino con l’articolo 32 comma 2 del Regolamento edilizio vigente che testualmente consente l’aggetto sul suolo pubblico di balconi aperti e chiusi, purché le sporgenze siano ad un’altezza dal piano viabile tale da non ostacolare il traffico, ovvero determinare situazioni di pericolo ed in ogni caso, non inferiore a metri 4,50. Eppure in città ad alcuni dinieghi di realizzazione sarebbero state concesse delle autorizzazioni. Casi che in apparenza sembrerebbero analoghi ma che sarebbero stati trattati in maniera diversa, pur esistendo le stesse condizioni normate nell’articolo 32 del regolamento edilizio.
Una superficialità che avrebbe generato una disparità di trattamento tra cittadino e cittadino, facendo venire meno il criterio di uguaglianza.
Situazioni che nel tempo hanno sempre alimentato contenziosi, costringendo i potenziali danneggiati, a caricarsi di spese ulteriori per ricorrere al Tar per veder riconosciuto un diritto che sarebbe risultato leso. In alcuni casi il cittadino è stato costretto a richiedere la nomina di un commissario ad acta inviato dalla provincia, per la valutazione delle pratiche.
L’amministrazione nolana avrebbe posto come obiettivo quello di evitare futuri commissariamenti, mentre è ancora costretta a difendersi, con ulteriori spese per gli stessi cittadini contribuenti. E’ il gioco delle parti che dovrebbe tener conto dell’attuale condizione economica, evitando sprechi e applicando le regole scritte a tutti, una procedura semplice che sembrerebbe ancora di difficile attuazione.