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Nola – La proposta del PSI: un mercato diffuso nel centro storico

Soluzioni possibili. Si cerca, tra stop e passi falsi, di trovare una quadra sul tema mercato a Nola, che resta centrale nell’opinione cittadina e soprattutto nei pensieri e proposte della politica bruniana.

Cerchiata in rosso la data di lunedì 22 luglio, dove in seduta di consiglio, monotematico sulla questione, maggioranza ed opposizione proveranno a confrontarsi su un problema ormai divenuto comune.

Dall’ipotesi Vulcano Buono avanzata dal sindaco, ancora in fase embrionale e ferma ai discorsi interlocutori con la governance del polo commerciale, all’idea GESCAL già messa su carta da tempo dal gruppo di Nola Domani che però non sembra scaldare la maggioranza, ora avanza anche l’ipotesi del centro storico diffuso presentata dalla sezione locale del PSI.

Una sorta di ritorno al passato, quando il mercato si svolgeva lungo piazze e stradine di corso Tommaso Vitale, via Giordano Bruno e dintorni. Un modo per cercare di rivitalizzare un’area commerciale ormai caduta in uno stato di quiescenza e bisognosa di una scossa per cercare di rimettersi in moto.

Nonostante il PSI non sieda in consiglio, continua il lavoro di politica attiva da parte del circolo bruniano per provare a dare spunti di riflessione agli attori principali dell’amministrazione cittadina.

Idee che sicuramente approderanno nel consiglio di lunedì, ma che già sono state affrontate nei lavori di commissione controllo e garanzia quest’oggi. L’idea, condivisa da gran parte dei consiglieri, è dare stabilità in un futuro a medio-lungo termine con un’area esclusivamente destinata ai mercatali.

Ma c’è da capire quale area e soprattutto da dove attingere fondi, che potrebbero non essere pochi per un progetto di una discreta portata, che possa guardare all’esperienza dei “mercado” spagnoli o del centro italia, come l’Albinelli di Modena.

Nel frattempo però bisognerà trovare una soluzione “tampone” che però non rischi d’inciampare sulle prescrizioni sanitarie ed urbanistiche. Ed anche qui l’adeguamento non risparmierebbe risorse in termini di impegno tecnico ed economico.

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