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Nola: il sindaco Buonauro non revoca le dimissioni

Voto di scambio o meno il sindaco eletto a Nola Carlo Buonauro a detta di tutti fu votato perchè doveva rappresentare il cambiamento. La figura di un magistrato, l’ars oratoria capace di affabulare, un piglio deciso e accomodante nell’affrontare i temi al centro della campagna elettorale dialogando con il cittadino, coinvolgendolo.  Al netto dei presunti voti comprati, inutile negarlo, il sindaco aveva raccolto proseliti, convinto gli indecisi, infervorato i suoi sostenitori. 

Ma è durato tutto troppo poco tempo. 

Oggi sull’albo pretorio non figura nessun documento di revoca e dunque le dimissioni presentate il 28 ottobre, scaduto il termine di legge, sono definitive. Carlo Buonauro non è più il primo cittadino di Nola. Il periodo di intensa tensione, specie con la sua maggioranza, si è concluso nonostante fino all’ultimo in molti hanno creduto il contrario. Soprattutto dopo Conferenza dei Capigruppo per la convocazione del Consiglio Comunale, approvato martedì prossimo, con vari punti all’ordine del giorno tra cui le eventuali dimissioni del Consigliere Parisi, la modifica della composizione e funzionamento delle Commissioni Consiliari, lo spostamento transitorio del mercato comunale in area Vulcano Buono, e la fiducia alla nuova giunta e al programma di governo cittadino. 

E invece no. Questa mattina la città si è svegliata senza primo cittadino. 

Sono stati giorni convulsi, gli ultimi 20. Un sindaco turbato dalle vicende accadute e sicuramente non solo quelle balzare all’onore della cronaca con il servizio voto di scambio de Le Iene. Turbato, determinato ma allo stesso tempo incerottato. Ha mostrato un forte attaccamento al ruolo nel periodo di difficoltà e crisi, rivelando una passione per res pubblica tardiva. In questi due anni, non aveva coinvolto la cittadinanza come in campagna elettorale, anzi a sentire le voci di chi poi si reca alle urne, una volta salito al primo piano del palazzo di città era diventato scostante e poco vicino ai problemi della cittadinanza. 

In questi 20 giorni ha cercato di essere comunicativo ma solitario ha prodotto atti, cercato di convocare riunioni e di mantenere un dialogo con i capigruppo, ma è come se fosse sempre rimasto isolato nel suo ruolo, con difficoltà a costruire alleanze solide e durature. Sicuramente redarre il  “tetranomio” è stata una mossa da stratega dilettante. L’incapacità di prevedere le ripercussioni delle sue azioni e di gestire le relazioni con la sua stessa maggioranza, nel tentativo di estrometterne una parte importante, ha determinato una mancanza di esperienza e competenza politica, facendolo apparire quasi come un dilettante in un contesto che richiede professionalità e astuzia. In documento pubblicato ieri sulla sua pagina facebook, l’ex sindaco dichiara di aver deliberato in questi due anni ben 741 volte avallando una passione civica in contrasto con un malcontento crescente e le dimissioni confermate rivelano un certo grado di disillusione. Nonostante le difficoltà e le critiche, Buonauro ha mostrato, in questi venti giorni, resilienza nel tentativo di rimanere al potere. Una resilienza, accompagnata da un crescente senso di sfiducia nei confronti della propria leadership e della propria squadra, portandolo a una situazione di stallo.

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Le dimissioni confermate di Buonauro pongono interrogativi sul futuro politico di Nola, con ripercussioni significative sulla gestione della città. Un commissariamento determinerà sicuramente rallentamenti nei progetti in corso e nelle iniziative di sviluppo, aggravando problemi già esistenti legati alla sicurezza, ai servizi pubblici e allo sviluppo economico. 

Tutto quello che, insomma, succede quando c’è un vuoto decisionale. 

L’importante è finire, ha scritto il sindaco dall’alto di facebook, allo scadere della mezzanotte. 

L’importante era finire il mandato, e bene: di sicuro questa la risposta di chi ha messo la crocetta sul suo nome.

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