Nola, il Consiglio di Stato azzoppa il Comune: la nomina del Dirigente al settore finanziario è illegittima
Invalida la nomina, invalida la composizione di commissione, e la frittata è fatta. Il risultato? Il Consiglio di Stato annulla, di rimando, il concorso per dirigente al settore finanziario del Comune di Nola.
I giudici di Palazzo Spada accolgono il ricorso proposto dall’ex dirigente al ramo Salvatore Fattore, partecipante delle procedure concorsuali indette sul finire del 2022, che impugnò la nomina del poi reggente dell’ufficio di economato Giulio de Filippis per procedure, prima a suo dire, e poi certificate dal CdS, illegittime.
La questione è ben più intricata, ed origina dall’attribuzione di mansioni superiori ad un dipendente comunale dell’Ente di Piazza Duomo, poi incaricato della nomina della commissione esaminatrice del concorso.
Secondo i giudici, non sussisterebbero i presupposti che hanno garantito il “salto” dalla categoria C5 alla categoria D1 al “dipendente Z” (così viene chiamato all’interno della sentenza). Il funzionario venne infatti “promosso” dal Comune in virtù di una carenza di figure con qualifica D nella pianta organica dell’Ente, cosa sconfessata dai giudici amministrativi dopo la lettura dell’elenco del personale dipendente, dove chiaramente, anche all’interno dello stesso ufficio amministrativo, erano presenti figure con qualifica D. Un errore marchiano che, di fatto, ha portato all’annullamento della determina di attribuzioni di mansioni superiori del “dipendente Z”. Dato che ha innescato un effetto domino che ha fatto implodere tutto l’impianto dei concorsi dirigenziali, banditi sulla scorta delle nomine delle commissioni esaminatrici, effettuati dal funzionario in questione.
In soldoni, è tutto da rifare: oggi il Comune di Nola si ritrova senza dirigente al settore finanziario, snodo delle casse dell’Ente, con un nuovo concorso da indire e, con una buona dose di verosimiglianza, con il rischio di una richiesta di risarcimento all’orizzonte derivante dal danno patito dai partecipanti al bando.
Uno smacco che ha del clamoroso soprattutto per l’amministrazione guidata dall’ex sindaco, Carlo Buonauro. La già fascia tricolore, in campagna elettorale e poi tra i primi atti della sua avventura, sottolineò a più riprese la necessità di rinforzare le dotazioni di personale dell’Ente attraverso la nomina di nuovi dirigenti e l’assunzione di altri dipendenti, viste le carenze patite nel corso degli anni dopo il blocco delle assunzioni per lo sforamento del patto di stabilità delle amministrazioni precedenti.
Questione che, stante la lettura della sentenza del Consiglio di Stato, forse, è stata affrontata con troppa superficialità e leggerezza. Ma resta il danno, enorme, lasciato in eredità al prossimo governo cittadino, che oltre agli atavici problemi bruniani, sarà chiamato a rinnovare in toto i quadri dirigenziali dell’Ente, cosa di per sè già delicata, ma che dopo questa vicenda avrà contorni e dinamiche ancor di più da attenzionare.