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Nola, Gigli: assegnato il Panettiere 2025, ipotesi incompatibilità per il nuovo CdA della Fondazione

Deciso il futuro del Giglio del Panettiere, da capire quello della Fondazione Gigli. In un Natale spento dove la città attende speranzosa di salutare un 2024 da mettere, amministrativamente, il prima possibile in cantina e di conoscere un futuro dai doni meno amari, a Nola non resta che mettere al centro delle attenzioni le nuove vicissitudini della Festa dei Gigli.

Nelle scorse settimane, si è insediato il nuovo CdA della Fondazione, stravolto dalle decisioni dell’ex primo cittadino Carlo Buonauro, con la defenestrazione del fu presidente Francesco de Falco e dell’altro componente di nomina sindacale Nicola Litto. Ad essere nominati la segretaria comunale, Paola Pucci, indicata come nuova presidente, ed i dirigenti dell’Ente di Piazza Duomo, Giulio de Filippis e Giuseppe Bonino.

Prima riunione, prima decisione. Sembra arrivare al dunque la querelle Panettiere 2025: dopo il diktat del TAR che ha statuito che l’assegnazione delle Macchine da festa siano esclusiva competenza della Fondazione, ora il rinnovato CdA, con nuovi chiarimenti, ha proceduto all’attribuzione della quarta macchina da festa, data alla maestra di festa Francesca Agnone con firmatario Pasquale Ippolito.

Insomma, il CdA si allinea alla lettura che l’ex sindaco diede del caso Panettiere nello scontro, tutto interno, con il vecchio consiglio presieduto da De Falco, ritenendo di non dover escludere la domanda della richiedente Agnone a causa dell’assenza di diverse prescrizioni, come l’indicazione della paranza e l’autentica di firma

E nonostante il Giudice Amministrativo abbia indicato come il sindaco pro tempore abbia solo facoltà di esprimere pareri o rilievi non vincolanti riguardo le istruttorie per l’assegnazione delle Macchine da Festa, alla fine a prevalere è stata la volontà, oltre che le indicazioni, di Buonauro.

Ma potrebbe non essere finita qui. Le voci di piazza e palazzo mormorano come anche questa nuova assegnazione possa essere impugnata dai controinteressati. Questa volta a stridere sarebbe la posizione dei nuovi componenti nominati da Buonauro, che potrebbero cadere in potenziali situazioni di conflitto d’interesse, dove i dirigenti comunali dovrebbero controllare la gestione e l’indirizzo di un Ente, la Fondazione appunto, gestito da loro stessi. Ciò potrebbe determinare situazioni di confliggenza soprattutto dal punto di vista economico, con il Comune che ad oggi è l’unico socio pienamente partecipante alla gestione della Fondazione.

In attesa di novità in tal senso, restano poi i caratteri operativi. Di fatto, nelle ultime due edizioni, la Fondazione ha ingrandito l’alveo delle sue competenze, mai così totalizzanti nella gestione della kermesse. Oltre alle responsabilità che ne derivano, e per onestà intellettuale con poco tempo avuto al momento per incontrare maestri di festa e le varie maestranze, sembra poco probabile che il nuovo CdA sia in grado di accollarsi tutte le responsabilità legate all’organizzazione di una macchina complessa come la Festa dei Gigli.

E, con una dose di verosimiglianza, nè potrebbe, nè vorrebbe, perchè da un lato i nuovi componenti, da dirigenti della PA, per natura non possono avere ruoli di indirizzo particolare, come ad esempio quello politico-amministrativo. In secundis, l’omogeneità di funzioni tra i tre componenti ed il ruolo svolto nella Fondazione, ha finito con il rendere il CdA una sorta di organismo para-comunale che non può discostarsi dalle decisioni che l’Ente stesso prenderà per organizzare l’edizione 2025.

Un rompicapo, figlio di decisioni cervellotiche. A pagarne le spese, come sempre, la comunità. Intrighi, bracci di ferro, giochi di palazzo caratterizzanti delle ultime esperienze amministrative che, come questo Natale, hanno spento la luce della città. Sperando che l’interruttore possa riaccendersi il prossimo anno.

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