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Nola – Dissesto finanziario, il TAR “boccia” il ricorso delle opposizioni

Una dichiarazione inevitabile, un quadro finanziario talmente compromesso da rendere impossibile qualsiasi tentativo di riequilibrio. È questa in estrema sintesi la pronuncia del Tribunale Amministrativo della Campania, che ha sentenziato quest’oggi in merito al ricorso presentato dai consiglieri di opposizione del Comune di Nola e da alcuni degli ex amministratori di Palazzo di città, tra cui il sindaco uscente, Geremia Biancardi, avverso le delibere varate dal Consiglio che diedero il via libera alla dichiarazione di dissesto finanziario dell’Ente di Piazza Duomo.

Con la sentenza 2445/2020, la Sezione Prima dell’organo di giustizia amministrativa ha confermato le difficoltà finanziarie del Comune di Nola, consolidatesi quest’ultime in una massa debitoria talmente ingente da giustificare le delibere numero 9 e 10 del consiglio comunale bruniano, approvate a maggioranza il 26 agosto scorso.

Due i punti su cui il giudice amministrativo si è soffermato nel motivare il rigetto: l’impossibilità in primis di perseguire e finalizzare il piano di riequilibrio varato dall’allora gestione commissariale del Prefetto Anna Manganelli, e soprattutto la bassa capacità di riscossione dei crediti e dei tributi da parte dell’amministrazione nolana.

Due mali che hanno ‘zavorrato’ il Comune di Nola a punto tale da rendere insostenibili le passività accumulate dall’Ente per l’Erario cittadino. Varie le cause puntualmente individuate dal TAR, a partire dall’impossibilità di fornire previsioni di entrata valide, passando per l’aumento della massa dei contenziosi pregressi e fino ad arrivare all’impossibilità dell’aumento del gettito erariale, già al massimo livello possibile, ed il collocamento fuori servizio di diverse unità di personale, tutti fattori che avrebbero inciso pesantemente sulla produttività dell’ente e sul bilancio comunale.

Una situazione “non arginabile con strumenti ordinari”. Una tesi portata avanti dall’amministrazione presieduta dal Sindaco Gaetano Minieri, e condivisa dal giudice amministrativo.

“Avevamo visto giusto”, questo il primo commento della fascia tricolore bruniana, che fin dal suo insediamento ha perseguito l’obiettivo della discontinuità anche per la gestione finanziaria dell’Ente di Piazza Duomo, “un atto dovuto” così come riconosciuto dalla Corte Costituzionale che dà facoltà alle neo-amministrazioni di svolgere il mandato elettorale senza il giogo di “gravose eredità”.

“Pura e semplice strumentalizzazione politica”, secondo Minieri, quella portata avanti dalle forze di opposizione locali. E la risposta da parte di quest’ultima, dopo la pronuncia di rigetto, non si è fatta attendere.

In una nota, i ricorrenti hanno sottolineato come la pronuncia della Prima Sezione non abbia tenuto conto di vari elementi, a cominciare dalla relazione presentata a corredo del ricorso stilata dal professor Nicola Quirino, titolare della cattedra di Finanza Pubblica presso l’Università Luiss di Roma, al cui interno sarebbe stato provato l’errore tecnico-contabile in cui sarebbero incorsi i dirigenti dell’Ente di Piazza Duomo. Inoltre, la minoranza denuncia la mancata nomina di un consulente tecnico per verificare la fondatezza della relazione stessa, ed anche il silenzio da parte del TAR riguardo la mancata sussistenza del numero sufficiente di parametri per ritenere l’Ente in dissesto strutturale.

L’opposizione conclude annunciando di voler proseguire la discussione, impugnando la sentenza davanti al Consiglio di Stato, per ottenere dunque chiarezza riguardo i dubbi e le mancate risposte che non sarebbero state evase, a suo dire, all’interno della pronuncia in primo grado.

La questione, insomma, non finisce qui. Ora palla al Consiglio di Stato, con il secondo grado di giudizio chiamato per forza di cose a dirimere ulteriormente l’intricata questione dello stato delle finanze del Comune di Nola.

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