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Nola, crisi politica: quali gli scenari? Buonauro accarezza l’idea del governo di salute pubblica

Ed ora? La decisione è spiazzante, e crea più dubbi che certezze. Districarsi nella crisi politica innescata dalle dimissioni del primo cittadino di Nola, Carlo Buonauro, è un esercizio più che di stile, di contorsionismo politico.

La notizia è l’apertura al “governo di salute pubblica”, definito dal sindaco “un laboratorio” che si ispira ai passaggi caratterizzanti delle crisi di Governo. Un esempio che è iperbole, da calare nel conflitto tutto cittadino. L’espediente, va riconosciuto al sindaco, ha spiazzato sia i consiglieri di maggioranza, che di opposizione. 

Buonauro, nel suo messaggio, specifica che nel tempo che lo separa dal 7 novembre, giorno dell’irrevocabilità delle sue dimissioni, porterà avanti consultazioni con le “componenti propositive” del consiglio comunale e, allargando, della città, senza fare distinzioni tra correnti di maggioranza o minoranza. 

Il primo cittadino, innanzitutto, inizierà con il capire lo stato di salute della sua stessa squadra, ridotta all’osso nei numeri e nei rapporti. Come già detto nel documento delle sue dimissioni, diverso sarà l’atteggiamento che il sindaco avrà nei confronti dei gruppi, ed il riferimento a Nola Democratica non è esplicito, ma chiaramente deducibile.

Il durissimo scontro con i dem sulla nomina di un professionista teoricamente sottoposto ad interdittiva antimafia all’interno del nucleo di valutazione, è la vera goccia che ha fatto traboccare il vaso degli equilibri di maggioranza, già traballanti dopo la spallata inferta dall’inchiesta su alloggi e voto di scambio delle “Iene”. Un fatto che ha segnato, per il sindaco, un “momento di importante frattura” con il gruppo di maggior peso politico. 

Buonauro non ha digerito “l’assordante silenzio” dei dem, che non hanno giustificato, né reso dichiarazioni, spiegazioni, a città e stampa da dopo la revoca degli assessorati, nonostante la gravità di quanto fosse accaduto.

L’idea del primo cittadino, probabilmente, è sì cercare un nuovo dialogo, da capire con chi, ma anche di imporre la propria visione di azione amministrativa, magari con quella giunta tecnica che aspirerebbe a comporre in caso di riuscita dell’operazione, che gli consentirebbe di amministrare con maggior libertà, scevro dai condizionamenti dei gruppi consiliari, oggi messi di fronte alla responsabilità dell’ingovernabilità. 

Ma la situazione è ai limiti del paradossale: senza parafrasare le parole del sindaco, Buonauro ad oggi rimarca di avere ancora i numeri per governare dalla sua. Da dove nascerebbe dunque l’esigenza di diventare garante di un nuovo “patto per la città” se la stabilità di governo non è in discussione, e gli stessi componenti di maggioranza continuano a riconoscerlo come leader? La risposta è forse insita nelle storie tese di governo, che oltre alla precaria situazione di Nola Democratica, paga anche l’assenza di riferimenti per Nola al Centro, che rischia di diventare un gruppo di battitori liberi dopo l’addio di Carmine Sautariello. 

E forse da qui, nella ricerca della stabilizzazione delle aritmie dei consiglieri, si ravviserebbe l’esigenza di spianare un terreno di confronto con l’opposizione, che già si è detta disponibile ad ascoltare incondizionatamente il sindaco, nonostante rapporti non propriamente improntati a stima reciproca, e di trarre considerazioni.

Tanti gli input, diverse le domande, impossibile immaginare conclusioni. Tutto sarà un fattore di cui il sindaco, come detto da lui stesso, terrà conto. Anche dei consigli che, spera, di ricevere dall’incontro con gli ex sindaci, Biancardi e Minieri, guardando più all’esperienza amministrativa delle già fasce tricolori, che alla moral suasion degli stessi su consiglio e consiglieri.

Le evoluzioni saranno quotidiane prima di arrivare alla deadline. C’è tempo, ma non troppo, per capire se l’esperienza Buonauro sia davvero giunta al capolinea.

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