Nola, consiglio: via libera al trasferimento di Piazza d’Armi

Disco verde per l’acquisizione a patrimonio comunale dell’area di Piazza d’Armi. Arriva l’okay dal consiglio comunale per l’importante passaggio di consegne tra Demanio e Ente di Piazza Duomo, punto di snodo focale per l’avvio dei lavori sull’importante area cittadina.
Domani arriverà il nero su bianco, con la firma apposta sull’atto di cessione dell’ex area militare, che dovrebbe aprire la strada alla rapida cantierizzazione dell’opera e dei lavori, già in notevole ritardo rispetto le attese di Palazzo di città.
Ed è l’unica, buona notizia che emerge per la maggioranza e per il sindaco Carlo Buonauro dalla prima convocazione della seduta di consiglio comunale programmata a Nola. A regnare musi lunghi e facce tese, e non solo per i ritardi dei componenti dell’amministrazione che rischiavano di far saltare la seduta, salva per il rotto della cuffia.
L’assenza, prima sussurrata, poi evitata nei tempi di recupero del presidente Francesco Pizzella, ha consentito solamente in extremis l’approvazione dell’importante punto all’ordine del giorno, ma così facendo fa deflagrare e palesare la profonda crisi della maggioranza, soltanto sussurrata prima della riunione di consiglio, con i vari attori che nelle scorse giornate si erano affrettati, goffamente, a smentire.
Poco male. Il rigetto della quasi totalità dell’ordine del giorno dei consiglieri di maggioranza, che hanno scelto di discutere soltanto del punto riguardante l’atto di trasferimento di Piazza d’Armi, certifica i gravi affanni. Rispedito direttamente al sindaco il resto dell’odg, primo cittadino che aveva chiesto ed ottenuto l’inserimento tra l’altro della censura nei confronti dei consiglieri d’opposizione per “comportamenti scorretti” teoricamente tenuti nei confronti suoi e della sua maggioranza.
E qui s’inserisce la completa assenza di 11 consiglieri d’opposizione, con il solo Raffaele Parisi a verificare la legittimità delle celebrazioni. Ed anche qui, per il consigliere di minoranza, molto da ridire, con l’appello cominciato con forte ed evidente ritardo rispetto quanto previsto da regolamento e soprattutto senza il numero legale minimo e necessario per procedere alla discussione. Lo stesso Parisi, prima di abbandonare l’aula, non ha perso l’occasione di stigmatizzare i comportamenti dell’amministrazione e della segretaria comunale.
Capi rimandati, ed è chiaro il messaggio inoltrato dai suoi a Buonauro: non siamo più disposti a prestare il fianco a strappi e spallate dei singoli, anche del sindaco, o dei singoli gruppi. Ad oggi c’è agibilità e disponibilità a ripartire soltanto dai temi a favore della città, in alternativa un’unica uscita: le urne. Da qui l’atto di responsabilità, perchè di questo si tratta, sul tema Piazza d’Armi.
Per il resto, d’accordo su niente: non siamo al tutti contro tutti, ma le divisioni sono tante, forse troppe. Inoltre non trapela nessuna novità evidente sulla Giunta e la sua ricomposizione, soltanto sussurrata e teorizzata, mentre è stata evidente l’assenza in toto dell’esecutivo, altro segno chiaro dello scollamento tra Buonauro ed i suoi.
Nervosismo del primo cittadino che si palesa nel volto e nelle azioni. Su sua imbeccata sarebbe arrivato il “niet” del Presidente del consiglio alla ripresa dei pochi minuti di assise, atti a raccogliere un momento comunque importante per la città e del progetto Piazza d’Armi. E se l’articolo 22 del Regolamento del consiglio concede al capo dell’assise di negare la facoltà di registrazione, resta la caduta di stile di chi si professa al timone di una casa di vetro ad oggi incrinata dalle imboscate del fuoco amico.