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Nola – Cittadella della cartapesta: arriva l’interrogazione parlamentare del M5S

Il giorno dopo la presentazione all’ufficio di presidenza del consiglio comunale di Nola dell’interpellanza dei consiglieri del Partito Democratico, sullo stato dei lavori della cittadella della cartapesta, arriva anche l’interrogazione parlamentare presentata dal Movimento Cinque Stelle sullo “scandalo” del Museo della cartapesta e delle macchine da festa in piazza d’Armi a Nola (Na).

Sette senatori del M5S su iniziativa di Bartolomeo Pepe hanno firmato un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro dell’economia e delle finanze, Fabrizio Saccomanni e al ministro dei beni culturali, Massimo Bray, per accertare le responsabilità sul museo fantasma che ha già buttato al vento centinaia di migliaia di euro.

Con l’atto di sindacato ispettivo i senatori del M5S sollecitano anche iniziative a tutela «della sapiente arte dei maestri cartapestai e delle botteghe artigiane prive ancora di una collocazione definitiva» e della «millenaria celebrazione dei gigli di Nola e delle sue macchine da festa, orfane ancora di uno spazio museale adeguato».

Ecco il testo dell’interrogazione parlamentare:

PEPE , MOLINARI , AIROLA , BOTTICI , VACCIANO , CAMPANELLA , CIOFFI

– Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell’economia e delle finanze. –

Premesso che:

il museo della cartapesta e delle macchine della festa di Nola (Napoli) è a giudizio degli interroganti uno degli esempi italiani recenti più eclatanti di ingiustificato sperpero di denaro pubblico;

l’opera fu finanziata dalla Giunta regionale della Campania, guidata da Antonio Bassolino, con uno stanziamento di 4.560.000 euro, all’interno dell’accordo di programma quadro “Infrastrutture per i sistemi urbani” e fu avviata, secondo gli interroganti con l’assurdo e incomprensibile beneplacito della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico ed etnoantropologico di Napoli e provincia e della Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, nella storica Piazza d’armi, a ridosso delle regie caserme della cavalleria borbonica realizzate da Ferdinando Fuga nel XVIII secolo;

il corpo principale sarebbe sorto su di un’area di 650 metri quadrati e prevedeva l’allestimento di uno spazio espositivo multimediale, con aree verdi di 5.000 metri quadrati in grado di ospitare eventi all’aperto, nonché parcheggi e zone di accoglienza per i visitatori;

l’area prescelta per la realizzazione del museo, come noto agli storici e agli archeologi, insiste su un immenso giacimento archeologico: una necropoli pluristratificata con migliaia di tombe che vanno dal VII al III secolo a.C., ma anche strutture monumentali di epoca romana, medievale e rinascimentale;

con l’avvio del cantiere nel 2007, durante le prime operazioni di scavo per le fondazioni furono individuate, a un solo metro di profondità, antiche strutture murarie che i successivi e costosissimi lavori di sorveglianza archeologica identificheranno come unità pertinenti a una fortificazione militare risalente al periodo del viceregno spagnolo;

con risorse notevolmente prosciugate, nel 2008-2009 fu avviato l’assemblaggio e il montaggio delle capriate in legno lamellare, del peso di circa 9 tonnellate ognuna: secondo il progetto esse dovevano costituire il telaio strutturale della costruzione da rifinire successivamente con legno, marmo, vetro e acciaio;

improvvisamente i lavori furono sospesi a causa dell’esaurimento delle risorse finanziarie e di sopraggiunti problemi di carattere tecnico e contabile;

risulta agli interroganti che attualmente tutta l’area, con la struttura in legno lamellare, si presenta abbandonata e degradata: le travi in legno esposte a 5 anni di intemperie, senza alcun tipo di protezione, sono fatiscenti, marce e inutilizzabili; all’interno e all’esterno del cantiere nel frattempo si è sviluppata una vera e propria discarica a cielo aperto dove giacciono pneumatici, amianto e altri rifiuti pericolosi;

considerato che, a giudizio degli interroganti la dissennata gestione di risorse statali, le inefficienze della pubblica amministrazione, l’avanzato stato di degrado ambientale, la fatiscenza e la pericolosità delle strutture incompiute e abbandonate hanno arrecato alla popolazione di Nola gravissimi danni sul piano sociale, culturale, ambientale ed economico, mortificando di fatto sia la sapiente arte dei maestri cartapestai e delle botteghe artigiane, prive ancora di una collocazione definitiva, sia la millenaria celebrazione dei gigli di Nola e delle sue macchine da festa, orfane ancora di uno spazio museale adeguato,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;

quali urgenti iniziative, nell’ambito delle rispettive competenze ed in raccordo con le amministrazioni coinvolte, intendano adottare al fine di verificare se siano evidenziabili condotte non in linea con i principi di sana e corretta gestione amministrativa, se siano riscontrabili illeciti di natura erariale a carico delle casse dello Stato, a quanto ammontino i danni e a chi debbano essere addebitati e a chi siano attribuibili le responsabilità di ciò che, a giudizio degli interroganti, si configura come uno spreco di risorse pubbliche;

se non ritengano necessario provvedere ad un’attenta verifica dell’utilizzazione dei fondi pubblici e della loro corretta destinazione, al fine di prevenire ulteriori sprechi di risorse pubbliche nel Comune di Nola.

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