Nola – Caserma Battisti, le associazioni vincono al TAR: ripristinata la vecchia zona urbanistica
La Caserma Cesare Battisti di nuovo oggetto di discussione. Il Tribunale Amministrativo della Campania ha accolto le osservazioni che nel 2016 cittadini, commercianti ed associazioni della città di Nola mossero contro la delibera del consiglio comunale, allora guidato dall’ex sindaco Geremia Biancardi, che per valorizzare la vecchia struttura militare, decise di trasformare la destinazione urbanistica dell’ex ‘48 da zona H, riservata ad attrezzature pubbliche di interesse comunale, a zona G, attrezzature di interesse collettivo.
Diversi gli elementi di carattere tecnico manchevoli, tra cui calcoli degli standard urbanistici, tavole di dettaglio e la dirimente Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Impatto Ambientale. Assenze che hanno pesato nella decisione dei giudici, che hanno reputato tali rilievi come essenziali per il corretto espletamento delle procedure previste dal D.L. 66/2014 in materia di valorizzazione degli immobili demaniali.
A pesare tra gli elementi di valutazione la sostanziale differenza tra zona urbanistica di tipo H e di tipo G, “profili non sovrapponibili” per il Giudice amministrativo perchè di fatto la variante approvata dal Consiglio “comporta un mutamento di destinazione delle aree”, in quanto in zona G, rispetto alla zona H, “è possibile la realizzazione di edilizia privata per finalità turistico ricettive, commerciali e direzionali”. Rilevante per i magistrati anche la qualifica di bene monumentale del plesso della Caserma, struttura dall’ “indubitabile interesse storico” secondo la parola del TAR, che avrebbe così reso necessaria la produzione delle varie valutazioni ambientali previste per legge.
Atti che all’epoca, secondo gli uffici di Piazza Duomo, non sarebbero stati considerati come necessari nel compimento delle dovute procedure, e che già all’epoca della votazione in Consiglio vennero fatte rilevare dai consiglieri comunali di opposizione.
Una storia che arriva al suo epilogo dopo sei anni ed il lungo vaglio della Giustizia Amministrativa. Soddisfazione tra i ricorrenti, riusciti ad eliminare la possibilità che nuovi insediamenti commerciali in un’area di circa 20mila metri quadrati potessero accentuare la depressione di un centro storico già all’epoca in forte crisi d’identità.
Resta invece aperta la questione della valorizzazione dell’ex ‘48 e, più diffusamente, dell’area di Piazza d’Armi. Un primo passo positivo si è registrato nelle scorse ore, con la conferma da parte del neo-sindaco, Carlo Buonauro, dell’avvenuto finanziamento del progetto di riconversione delle ex casermette della “Battisti”, che diventeranno polo di ricerca universitaria con moderne applicazioni tecnologiche quali le “pipenet”.
Un inizio che necessariamente si scontra con l’esigenza di riqualificazione della zona di Piazza d’Armi nella sua totalità, un tema sicuramente da affrontare nella prossima redazione del nuovo PUC. Lo strumento urbanistico, di fatto, rappresenta probabilmente l’ultima chiamata per discutere del tema. E grazie al forte impulso economico che potrebbe arrivare dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il dossier è da aprirsi il prima possibile.