Nola – Alberi villa comunale, questione ancora aperta

E’ stato probabilmente il cambio di pagina definitivo per la questione degli abbattimenti degli alberi della Villa Comunale di Nola: ieri è infatti crollato al suolo un arbusto del polmone verde di Corso Tommaso Vitale. Nessuna folata di vento o nessun agente ambientale sembra aver causato la caduta dell’albero, schiantatosi dunque a causa di precarie condizioni di salute o di stabilità. L’albero però non apparterrebbe alla lista di quelli considerati malati dall’agronomo del Comune di Nola, Giuseppe Cardiello.
Una conferma che arriva dalla natura secca e precisa, che conferma i timori del sindaco Biancardi, che chiuse la Villa proprio per motivi di sicurezza, visto il potenziale rischio di crollo degli arbusti, e di procedere all’estirpazione delle piante malate (tra cui il secolare Montezuma, “monumento” del verde nazionale) e alla piantumazione di nuovi alberi.
Col senno di poi una decisione, quella di Biancardi, rivelatasi indubbiamente giusta, ma che ora lascerà spazio a nuove polemiche, con la questione sicurezza della Villa che terrà sicuramente ancora banco nei prossimi giorni: il primo cittadino ha subito annunciato la messa in sicurezza della Villa con il dovuto abbattimento degli alberi; operazione da effettuarsi in tempi strettissimi e cadenzati, dato che per il Giugno Nolano sono stati organizzati eventi proprio nel cuore verde bruniano.
Si attende ora solo l’azione di risposta degli ambientalisti a questo incontrovertibile dato di fatto, che potrebbe vanificare l’azione di contrasto all’abbattimento di questi mesi. Da evidenziare però come questi ultimi, nei vari sopralluoghi effettuati con il proprio agronomo, il dottor Matteo Palmisani, avrebbero segnalato al primo cittadino lo stato di instabilità dell’albero crollato, bisognoso di un rinterramento e di essere puntellato con dei supporti; un’azione mai eseguita sulla pianta caduta e su altri esemplari della Villa, anche questi non presenti nella lista degli alberi malati, che ancor’oggi verterebbero in uno stato di precarietà.