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Napoli, un consegno sulla devianza minorili organizzato dalla Corte d’appello

Generalmente si intende per devianza giovanile quell’attitudine a trasgredire dei valori che vengono ritenuti validi e fondativi di una società. Ma la domanda che varrebbe la pena porsi è quali sono oggi questi valori? E sì, perché proprio la struttura sociale che per oltre un secolo aveva garantito, pur senza eccezioni, un equilibrio ha cominciato, dati alla mano, a vacillare senza riuscire bene a comprendere la condizione di forte disagio che vive la nuova generazione. Stando ai numeri in Italia, dal 1° gennaio al 15 novembre i minorenni affidati ai servizi sociali, portati nelle comunità, nelle carceri, messi alla prova sono 14.819, in Campania i presi in carico dagli uffici di servizio sociale per i minorenni, sono complessivamente 1899. L’allarme nella nostra regione è suffragato dai frequenti fatti di cronaca che ci disegnano un quadro sempre più violento i cui attori, spesso, non hanno raggiunto ancora la maggiore età.
E un punto della situazione è stato fatto stamattina, nella Chiesa della SS. Trinità, attraverso i lavori del convegno “Devianza minorile a Napoli: quali risposte”, organizzato dalla Corte d’Appello partenopea.

La necessità di ripensare una pratica educativa che sappia intervenire sulle cause che provocano soprattutto atti di violenza e intimidazione è stata al centro del focus. Tanti i giovani, particolarmente attenti alla tematica, che erano presenti al dibattito che ha visto intervenire, tra i vari rappresentanti degli organi istituzionali, anche Elisabetta Garza presidente del Tribunale di Napoli.

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