Napoli: finale scudetto venerdì 23 maggio la decisione della Prefettura
Una dimostrazione tangibile arrivata ieri sera, a Parma, dove tutto poteva succedere e non è successo, almeno al Tardini, mentre a San Siro è successo quello che molti avevano invocato, strofinando i cornicelli porta fortuna.
Ma adesso il fiato è sospeso, fino a venerdì 23. Così deciso dopo una lunga riunione in prefettura. Napoli e Cagliari al Maradona, l’Inter a Como. Un solo punto di differenza tra le due. Il Napoli arriva all’ultima giornata di campionato con 79 punti, uno in più dell’Inter, ferma a 78. Se il Napoli vince contro il Cagliari, è Campione d’Italia, indipendentemente da cosa farà l’Inter a Como. Se invece il Napoli pareggia, lo scudetto sarà suo solo se l’Inter non vince. Se il Napoli perde, può vincere il campionato solo se anche l’Inter perde. Ma se il Napoli perde e l’Inter pareggia, entrambe chiuderebbero a 79 punti: in quel caso ci sarebbe uno spareggio scudetto.
Viceversa, se l’Inter vince e il Napoli non vince, sarà l’Inter a sollevare il trofeo.
Ma da queste parti si sa, la matematica è solo un ospite educato, il destino fa casino e comanda.
Sarebbe il secondo in due anni, ma non c’è nulla di normale. Allenatore nuovo, stagione di montagne russe, eppure eccola lì la squadra, ad un passo, uno solo. Si vince il 23 o si andrà allo spareggio, come in un’ultima roulette russa calcistica che sembra scritta da Eduardo Ma chi conosce questa città, sa che Napoli ama gli epiloghi drammatici, le finali sudate, i gol al novantesimo che fanno tremare pure le Madonne sulle edicole votive.
Non è solo sport. Non lo è mai stato. O meglio: ha fatto finta di non crederci. Perché crederci apertamente porta male. A Napoli, la fede si pratica sottovoce, come una bestemmia dolce.
Se il tricolore arriverà il 23, sarà un’esplosione di gioia che attraverserà i Quartieri Spagnoli, il Vomero, Ponticelli, la Sanità e le curve del Maradona come una scarica elettrica. Il Comune ha comunicato alla prefettura che saranno installati tre maxischermi: uno in Piazza Plebiscito, uno in Piazza Mercato e uno in Piazza Esposito a Scampia, per dare la possibilità a tutti i napoletani di vivere con altri tifosi quei momenti.
Si dovrà aspettare il 23. E Napoli conosce bene l’attesa.
Ci ha fatto l’amore, con l’attesa. Ci ha costruito preghiere, sogni, canzoni. E allora nessuno dica “è fatta”. Nessuno prepari in anticipo lo champagne. Perché a Napoli sii soffre come si ama: senza misura. E quando (se) il Napoli vincerà, sarà come sempre: una festa disordinata, sacra e profanissima, scomposta e perfetta, fragile e immortale. Perché a Napoli lo scudetto non si conquista. A Napoli lo scudetto si sopporta. Si rincorre. Si teme. Si piange.
E poi si ama.