“Napoli, città da espugnare”: i Pinguini Tattici Nucleari alla Federico II tra musica, parole e identità generazionali
Hanno più volte sottolineato l’amore viscerale che li lega a Napoli, città “da espugnare, nel senso più nobile del termine”: non facile da conquistare, perché carica di una vitalità musicale unica, stratificata, potente. È con queste parole che i Pinguini Tattici Nucleari hanno aperto il loro incontro con gli studenti dell’Università Federico II, in un’aula colma di voci giovani e attente. «Siamo cresciuti ascoltando Pino Daniele, i Napoli Centrale, i 99 Posse, ha raccontato Zanotti, e per noi Napoli è sempre stata una specie di orizzonte creativo”. Una città dove la musica ha una verità che non si può fingere. O la senti, o sei fuori.
Il dialogo ha toccato anche il linguaggio comunicativo delle nuove generazioni, la sfida di parlare ai giovani senza semplificare, senza cedere alla tentazione del cinismo. Scrivere canzoni non per dare lezioni ma per raccontare quello che si conosce. La provincia piena di silenzi, di sogni che sembrano piccoli ma che dentro bruciano come fuochi.
In un’aula trasformata in agorà, tra riflessioni e momenti di autentica empatia, è emersa con chiarezza la consapevolezza di quanto la musica, se usata con onestà e visione, possa creare comunità, costruire linguaggi condivisi, e dare voce a chi spesso non viene ascoltato.
Se il live del 28 giugno sarà una grande festa popolare, l’incontro di oggi è stato qualcosa di più intimo e necessario: un ponte tra artisti e pubblico, tra periferie e metropoli, tra storie cantate e vite reali. E, forse, anche un modo per ribadire che Napoli non è solo una tappa: è un traguardo emotivo, una città da sentire. E da vivere.