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Napoli, cattedrale gremita per la messa in suffragio di Papa Francesco. Don Mimmo Battaglia: “una chiesa povera per i poveri”

Il duomo di Napoli gremito, gli occhi lucidi dei fedeli raccolti anche in piedi per la messa in suffragio di Papa Francesco celebrata dal cardinale Battaglia che tra pochi giorni sarà chiamato a partecipare alle fasi del conclave che avvieranno i lavori della nuova elezione papalina. Una chiesa piena, tanti i credenti, ma anche turisti, insieme alle autorità. Oltre mille persone si sono strette in un abbraccio simbolico per la perdita del Santo Padre che è stato capace di convergere a sé l’affetto dei mondo che, indipendentemente dalla confessione spirituale, ha abbracciato il suo testamento etico e morale, le sue parole di pace, la sua missione di speranza, suffragata dal tema giubilare “spes non confundit”, la speranza non delude.

Presenti alla messa in suffragio, insieme ai numerosi sacerdoti della diocesi napoletana, anche i rappresentanti di associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali. Non sono mancati all’appello gli esponenti di spicco delle istituzioni campane, tra questi, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il prefetto partenopeo Michele di Bari, l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini, l’assessore comunale all’Ambiente Vincenzo Santagada, l’assessore comunale al Turismo Teresa Armato, il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello, ed i vertici delle forze dell’ordine.

Nelle parole di Don Mimmo, la testimonianza d’una fede incarnata, di una luce capace di illuminare un sentiero esistenziale che trova sempre nel rinnovamento un inizio diverso, più ricco.

“Sorelle e fratelli” ha proseguito Don Mimmo, “oggi siamo qui come un’unica famiglia, in comunione per ringraziare il Signore per il dono immenso che Papa Francesco è stato, non solo per la Chiesa, ma per il nostro tempo e per questo mondo così bisognoso di testimoni credibili, di profeti coraggiosi, di annunciatori del Vangelo e difensori dei poveri. Sì, difensori dei poveri, quei poveri il cui sguardo pieno di lacrime ho incrociato ieri mattina, in Piazza San Pietro, mentre vedevano passare il ‘loro’ Papa, il Vescovo di Roma che ci ha raccontato il sogno di una ‘Chiesa povera e per i poveri’, un sogno che resta per noi intatto, non come eredità da custodire, ma come compito da realizzare ancora”.

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