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Napoli, caso Furgiuele: la ricostruzione delle telecamere di Villa Rosebery, domani l’autopsia

L’incidente che ha causato la tragica morte di Cristina Frazzica nel mare di Posillipo è al centro di un’intensa attività investigativa che si sviluppa su due fronti principali.

In queste ore, grazie alle immagini delle telecamere di Villa Rosebery, si stanno analizzando due video che mostrano una grossa imbarcazione sfrecciare a tutta velocità d travolgere il kayak della ricercatrice. Immagini, non nitide a causa della distanza tra la costa e il luogo dell’incidente.

Si distinguono solo sagome e contorni, rendendo difficile l’identificazione precisa dell’imbarcazione.
La Capitaneria di Porto sta esaminando minuziosamente lo scafo del Vega, il cabinato di 18 metri condotto dall’avvocato Guido Furgiuele. Sebbene la canoa in plastica potrebbe non aver lasciato segni evidenti sull’imbarcazione più grande, si spera di trovare qualche traccia, anche minima che potrebbe rivelare elementi cruciali per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Indagini complicate ma al vaglio degli inquirenti nulla viene tralasciato. L’avvocato Furgiuele ha dichiarato di aver soccorso un uomo in mare, ma di non aver percepito alcun impatto con la canoa. Anche le sei persone a bordo del Vega hanno confermato questa versione.

Intanto domani, 14 giugno, verrà eseguita l’autopsia sul corpo della 30enne presso l’Istituto di Medicina Legale del II Policlinico di Napoli. L’incrocio dei dati emersi dalle due indagini (videocamere e analisi del Vega) sarà fondamentale per stabilire la verità e cristallizzare la dinamica dell’incidente.

Il penalista Furgiuele, attualmente indagato, si è detto pronto ad assumersi le proprie responsabilità nel caso venisse accertato il coinvolgimento del suo yacht.

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