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Napoli: Arrestati per pizzo 9 esponenti affiliati al clan Mazzarella

Ogni mese la richiesta di pizzo, i tassi sempre più alti, la lenta agonia di chi lavora tra mille difficoltà ed è costretto a cedere parte dei suoi guadagni ai boss della zona per non andare incontro a gravi conseguenze. La solita vecchia storia. Ma

 questa volta il  protagonista stanco e ormai sempre più vessato ha denunciato i suoi aguzzini. 

E’ partita così l’indagine che ha visto insieme polizia e carabinieri. Misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli a carico dei 9 indagati, a vario titolo, di tentata estorsione, intralcio alla giustizia, detenzione e porto di arma comune da sparo, reati tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di aver agito per agevolare l’attività e gli scopi di associazioni camorristiche.

L’inchiesta è nata dalla denuncia sporta dal gestore di un ristorante dopo ripetute richieste di ‘pizzo’ tra aprile e maggio di questo anno da parte di persone che, di volta in volta, avrebbero dichiarato la loro appartenenza ai clan Aprea, De Micco-De Martino e Mazzarella, spesso alleati.

Prima poche migliaia di euro da versare ogni mese. Poi una quota che aumentava di volta in volta. Le indagini della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco e del Nucleo Investigativo, della Tenenza di Cercola, della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Ponticelli iniziate dopo la denuncia del ristoratore hanno permesso di ricostruire una serie di episodi analoghi di estorsione portati avanti sempre dallo stesso gruppo camorristico ai danni di altre vittime. Ricostruite dalle forze dell’ordine anche una serie minacce e violenze verso  chi aveva denunciato per fare ritirare le accuse estorsive.

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