Napoli, arrestati i mandanti del duplice omicidio Pastella-Vigna
Una nuova operazione che rappresenta un duro colpo alla camorra e un segnale di forza da parte dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Quattro le persone arrestate con l’accusa di essere gli esecutori materiali e i mandanti dei duplici omicidi di Antonio Pastella e Salvatore Vigna, avvenuti a Marano nel 2015.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere agli indagati, ritenuti gravemente indiziati di omicidio, detenzione e porto di armi aggravate dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Orlando.
Pastella e Vigna, entrambi legati al ras emergente Mario Riccio, genero del boss degli scissionisti Cesare Pagano, furono uccisi a distanza di poche settimane, rispettivamente il 12 marzo e il 12 maggio 2015. I loro omicidi, come ipotizzato dagli inquirenti, si inseriscono nel contesto di una sanguinosa faida interna per il controllo del territorio e delle attività illecite tra il clan Orlando e il gruppo di Riccio.
Le indagini, avviate dopo i delitti, hanno portato all’identificazione e all’arresto dei quattro presunti responsabili, i cui nomi non sono stati ancora resi noti. Gli indagati sono accusati di aver compiuto i due omicidi e di detenere e portare armi da fuoco con l’aggravante del metodo mafioso e al fine di agevolare le attività del clan Orlando.
Antonio Pastella, 37 anni, era considerato il luogotenente di Riccio e, secondo le ipotesi investigative, il suo possibile erede. Era rimasto a Marano nonostante fosse ricercato dalle forze dell’ordine, sfidando la morte per rimanere al fianco del suo mentore. L’omicidio avvenne in pieno giorno, davanti a un bar del centralissimo corso Europa.
Salvatore Vigna, 39enne dal carattere deciso, si era trasferito a Marano nel 2010 dopo aver vissuto nella Sanità. Era legato al gruppo Abbinante e poi ai Lo Russo. L’arresto di Riccio nel 2014 segnò un cambiamento negli equilibri malavitosi: la nuova leadership del clan Amato-Pagano stilò una lista di persone da eliminare, tra cui figurava Vigna, reo di non essersi piegato alle nuove direttive sul traffico di droga.
Vigna, dopo otto mesi dalla cattura di Riccio, era tornato nella sua Sanità, pur mantenendo la residenza a Marano. Fu ucciso a colpi di arma da fuoco mentre era alla guida della sua auto in via Padreterno. Nonostante un tentativo di fuga disperata, fu raggiunto da una raffica di proiettili che lo uccise.