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Napoli: Ancora un aumento per gli studenti fuori sede: +23% per un posto letto

Agosto agli sgoccioli, e l’inizio del nuovo anno accademico va approssimandosi nelle città universitarie d’Italia. Immatricolazioni, l’inizio dei corsi ma non solo. Nel preparare la propria borsa, gli studenti, quelli fuori sede, pescano anche l’annosa difficoltà nel trovare un posto letto in affitto che non faccia a pugni con sogni ed ambizioni.
La corsa dei prezzi degli affitti è un gioco al rialzo da anni, e nel periodo post-Covid la spallata è stata di quelle dure da incassare. E nell’ultimo anno, la domanda di stanze ed appartamenti da parte dei fuori sede lungo lo stivale va su del 23% rispetto al 2023, ed aumentando si ripercuote sugli affitti, che fanno segnare un +7% sui canoni. A dirlo è l’ultimo studio condotto da Immobiliare.it Insights.
Focalizzandosi su Napoli, primo Ateneo della Regione per numero di iscritti, a contribuire ai rincari il boom del turismo low-cost, con i proprietari di appartamenti ingolositi dalla possibilità di mettere a rendita in maniera più profittevole i propri asset, destinandoli a B&B ed affitti brevi.
Vediamo i prezzi nel dettaglio. A Napoli il prezzo medio per una camera singola è 405 euro al mese con un aumento del 16% rispetto all’anno scorso. Per una stanza doppia si arriva a pagare 271 euro per posto letto, +23% sul 2023.

La ricerca di un posto letto è un trend che caratterizza le realtà universitarie italiane, non solo quella napoletana. Con Milano, Bologna e Roma a guidare la classifica delle sedi più costose, diventa dirimente capire ed affrontare il fenomeno dei rincari rapportato sia alla massificazione da turismo, che prosciuga le disponibilità degli immobili, che della sostenibilità economica, guardando soprattutto ad inflazione e stallo dei salari. Il risultato? Gli studenti vengono scoraggiati nello scegliere atenei in città che risulterebbero più care.
Le città europee come Amsterdam e Barcellona già hanno varato misure che scoraggino affitti brevi e l’inutilizzo di immobili vuoti non ricollocati sul mercato nemmeno in affitto, con ricadute anche per la sostenibilità universitaria. In Italia si resta indietro, e il giro di vite sugli affitti brevi varato dal Governo Meloni potrebbe non essere sufficiente per mitigare il fenomeno.

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