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Musica – Parco Sofia: secondo disco per La Maschera

NAPOLI – Un vestito svelato poco alla volta Parco Sofia, opera seconda de La Maschera che, a tre anni dalla pubblicazione de O Vicolo e l’Alleria segna il ritorno discografico della formazione napoletana. 3 anni di live, di conquiste in termini di pubblico e spazi, con l’eco del vicolo, la sua euforia, che ancora si sentono nello sfondo di un disco che cresce in introspezione rispetto all’esordio, con l’eco di baldoria ad accompagnare l’evoluzione di storie collettive che diventano occasione per raccontare se stessi.

Esiste una linea di connessione tra le due esperienze discografiche; così come il Vicolo è stato un libro aperto da sfogliare, pagine bianche riempite dai colori della città, Parco Sofia prosegue sulla stessa linea, a caccia di storie, un modo per mettersi a nudo per un disco in cui le fragilità non mancano, diviso tra nostalgia, speranze che da individuali diventano collettive nelle storie dei singoli che appartengono un po’ a tutti.

E poi ci sono identità e culture forti che si incontrano a Sud, in quel che fu l’incontro con Laye Ba ed il Senegal, già protagonista del primo assaggio del disco, Te Vengo a Cercà, poi divenuto tra gli assi portanti dell’intero lavoro discografico per sonorità, tanto quanto per un modo di guardare la vita che accorcia, praticamente a zero, la distanza tra persone, popoli, e territori. Ed allora anche il Vicolo si allarga, e diventa Parco, e diventa mondo. Nella musica lo strumento per raccontarlo, per renderlo migliore.

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