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Musica: Maria Daniela Pace debutta con il brano “Tremma”. L’intervista all’artista vesuviana

C’è un momento in cui la musica non è solo suono. È respiro. È pelle. È l’esigenza di curare curandosi. Parte da questo scenario variopinto il percorso artistico di Maria Daniela Pace, che lo scorso 20 giugno ha esordito con il suo primo inedito “Tremma” disponibile su tutte le piattaforme digitali. È una prima volta che arriva dopo una lunga attesa, spiega la cantautrice vesuviana, ma che suona come un’urgenza, quella di raccontare ciò che non può più restare in silenzio. La canzone nasce da una melodia scritta cinquant’anni fa dal chitarrista Nello Esposito. Una sequenza di accordi rimasta sospesa nel tempo.

Prodotto da Francesco Rastiello, “Tremma” vibra come una preghiera laica e potente, capace di unire echi ancestrali e sensibilità contemporanee. Il brano affonda le sue radici nella terra viva del Vesuvio e dei Campi Flegrei, e risale come un canto antico, viscerale, nato da una poesia che si fa carne e suono. Tremma è corpo, è istinto, è madre Terra che sussulta mentre ci nutre. È un inno alla fragilità della vita e alla forza che ci tiene in piedi. È una canzone che non si ascolta soltanto: si attraversa, si sente nelle ossa.

Maria Daniela Pace non è una debuttante qualsiasi. Classe 1977, è un’anima artistica poliedrica che ha sempre scritto, cantato, disegnato – anche quando la vita l’ha portata altrove. Dopo studi classici, una laurea in Scienze dell’Educazione, anni di lavoro nella pubblica amministrazione, oggi si definisce una “IN-dipendente pubblica”: rigorosa nel mestiere, libera nell’essere. Con “Tremma”, dà forma a un’urgenza profonda: cantare per guarire, raccontare per restare, vibrare per ricordare chi siamo. È l’inizio di un viaggio musicale che promette verità, poesia, e radici che cantano.

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