Musica: Eduardo De felice racconta il suo album “Ai confini dei sogni”. L’intervista
Ai confini dei sogni, quando la musica si fa viaggio verso una dimensione inarrivabile e scopre la possibilità di una nuova condizione, uno spazio libero dove poter comunicare. Il titolo dell’ultimo album di Eduardo De Felice condensa l’esperienza dell’anima attraverso un percorso fatto di sperimentazione e scrittura. Come Ulisse verso Itaca, il cantautore napoletano raccoglie le influenze, le suggestioni, i dolori e gli amori del suo viaggio.
Cresciuto con Dalla e Battisti, l’artista partenopea, esplora nel suo lavoro le emozioni umane. Si parte dalla delicatezza di un amore appena nato, come “un sorriso nella testa” fino a canzoni come “Dimenticare” e “Seduto su un piedistallo”. Riflessione profonde in cui la dimensione soggettiva si fa così alta da essere d’interpretazione comune. In alcune tracce come “Fidati di me”, l’amore si fa dichiarazione sincera e appassionata, mentre in “Lirica Onirica” si gioca con metafore e assonanze per raccontare i sogni e la loro forza evocativa.
De Felice ha iniziato la sua carriera come tastierista e, nei primi anni 2000, ha cominciato a scrivere le sue prime canzoni, partecipando anche a importanti concorsi musicali come Castrocaro e Sanremo Lab. Nel 2014 pubblica il suo EP di esordio “Viaggio di ritorno”, seguito da due album in studio nel 2018 e nel 2020. Nelle sue parole anche la consapevolezza di quanto l’industria musicale si sia trasformata e molte volte prediliga produzioni quantitative a quelle qualitative.
L’album “Ai confini dei sogni” vanta la produzione artistica di Alessandro Innaro per l’etichetta sarda La stanza Nascosta Records. Ma il cantautore anticipa anche il suo progetto futuro.